Regia di Sergio Colabona vedi scheda film
Passannante è un anarchico lucano che, all'unità d'Italia, progetta un attentato nei confronti di Umberto I. Sventato il gesto omicida, Passannante viene rinchiuso in carcere a vita e il suo cadavere sarà donato al museo criminologico.
Il caso di Giovanni Passannante è poco noto e questo film ce lo ricorda con grazia e intelligenza; nonostante un budget evidentemente molto modesto, Sergio Colabona firma un esordio cinematografico di tutto rispetto, al quale prendono parte inoltre svariati nomi di chiaro richiamo: Fabio Troiano, Roberto Citran, Ninni Bruschetta, Bebo Storti, Massimo Olcese e Luca Lionello, fra gli altri. Diviso a metà fra la ricostruzione dei fatti sotto forma di fiction (sia quelli dell'epoca, cioè di fine Ottocento, che quelli di cent'anni dopo) e il suo racconto in veste di recital teatrale, il lavoro è sufficientemente dotato di ritmo e di coesione logica nonostante la scelta di spezzettare la storia e cambiare continuamente ambientazione ed epoca; sulla sceneggiatura compaiono le firme del regista, di Ulderico Pesce e di Massimo Russo. La colonna sonora è curata dai Tetes de bois. Non male per essere il debutto sul grande schermo di un regista e autore televisivo, dedito principalmente a varietà e reality, e in quel preciso periodo alla trasmissione comica Made in sud. Comprensibilmente, trattando Passannante la riabilitazione di un attentatore alla vita di Umberto I, la famiglia Savoia e più in generale i sostenitori monarchici ancora superstiti non hanno accolto con favore l'opera, che si è comunque meritata vari passaggi in festival internazionali. 5,5/10.
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