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La banda dei Coccodrilli. Tutti per uno

Regia di Wolfgang Groos vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su La banda dei Coccodrilli. Tutti per uno

di alan smithee
6 stelle

Film presentato con successo all’ultimo Giffoni e da me scoperto grazie alla ribalta ottenuta in occasione della classifica stilata recentemente da Film Tv sui film piu’ apprezzati dai lettori durante l’ultima stagione. Poteva il famelico Alan perdersi questa ghiotta occasione? Manco a pensarlo! E infatti il film, spigliato e dal ritmo vivace ed accattivante, che pero’ non sfugge talvolta ad una piu’ scontata retorica di fondo, me lo sono procurato alla svelta, molto incuriosito dall’apprezzamento suscitato.
La vicenda di una banda di ragazzini tedeschi che si adopera – sfidando temeraria le regole civiche piu’ condivise e quelle della piu’ inflessibile burocratica legalita’ - per salvare un amico coetaneo gravemente immobilizzato in ospedale con un serio problema al fegato e bisognoso di un trapianto, e’ raccontata con brio, ironia, delicatezza e un pizzico di furbizia. Ad un certo momento mi ha ricordato (pur non richiamandomi le stesse intense emozioni - forse anche complice una mia eta’ non piu’ adatta a certi pur dignitosi prodotti per ragazzi) la bella serie inglese anni ’70 “La  banda dei cinque”, che all’eta’ di circa dieci anni mi rapi’ letteralmente, spingendomi in seguito a leggere tutti i bellissimi libri della brava Enid Blyton, scrittrice di gialli e favole per ragazzi dalla grande capacita’ attrattiva, dai quali la fortunata serie trasse ispirazione.
Certo, come accennavo prima il mondo dell’adolescenza oggi e’ molto piu’ smaliziato ed in anticipo sui tempi rispetto ai lontani anni ’70 in cui ho vissuto questa difficile complessa eta’ di passaggio, e personalmente apprezzo di piu’ una gioventu’ ritrosa timida e fuori del tempo descritta cosi’ bene in alcuni film di Olmi (penso soprattutto agli adolescenti cuochi de “Lunga vita alla signora”) o dal realismo esasperato dei Dardenne nel loro ultimo splendido "Il ragazzo con la bicicletta" rispetto ai truzzetti  furbissimi che popolano e dominano le attuali babygangs e questo pur interessante lungometraggio, tratto anche lui come i miei prima citati amati telefilm da una serie di fortunati romanzi.
Se comunque i personaggi dei ragazzi protagonisti sono caratterizzati molto bene (fino a rischiare di creare stereotipi) nelle differenze fisiche e caratteriali che li vedono distinguersi l’un l’altro, le figure dei grandi rischiano spesso la caricatura o il bozzetto: senza dubbio l’intento e’ quello di dimostrare come spesso l’istinto e la volonta’ possono superare l’inerzia di comportamenti che seguono la regola con una inerte inflessibilita’, capace solo di spegnere la speranza e la possibilita’ di salvezza o riscatto.
Ben vengano dunque moti di intraprendenza ed orgoglio che trapelano da questo simpatico film, che non manchero’ di far vedere ai miei nipoti, un pubblico certamente piu’ adatto di me per apprezzarne i punti di forza.



 

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