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Settimo cielo

Regia di Andreas Dresen vedi scheda film

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La recensione su Settimo cielo

di mahleriano
8 stelle

Un film coraggioso e diverso, interpretato da tre attori mirabili, e fonte di miriadi di riflessioni. La tematica affrontata è la dimostrazione di quanto quel misterioso signore e padrone di nome Amore possa impossessarsi di chiunque a qualunque età. Le bellissime espressioni degli interpreti altro non testimoniano quanto, pur in un corpo ormai sfiorito, possa un giorno rinascere una passione immaginata ormai perduta, e quanto quasi per incanto il mondo possa di nuovo tornare a essere visto con gli occhi di un adolescente. Sguardi e appagamento dei sensi che parlano di proiezioni di sogni, di impulsi e in fondo di desiderio di vita. Due diverse concezioni della vecchiaia sono a confronto qui. Quella dell'uomo con cui la protagonista ha condiviso trent'anni della propria vita, più remissiva e in fondo un po' più stanca e ormai distaccata, ma non per questo priva di un amore premuroso e dolce. E quella dell'amante, ancora attaccata alla gioia del fare le cose, più vitale e ancora concreta, ma anch'essa a suo modo dolce. A uno piace vedere scorrere e cambiare il paesaggio dal finestrino di un treno, in un atteggiamento più contemplativo ed intellettuale proprio di un certo modo di vivere la vecchiaia. All'altro andare in bicicletta o seguire delle corse motociclistiche ed essere dunque in prima persona artefice di sé stesso. E da questo la protagonista si sentirà attratta, in una riscoperta di sé per molti anni trascurata per essersi dedicata alla crescita della figlia. È grande il senso di sconforto e solitudine profonda suscitato dal compagno della donna, venuto a conoscenza del tradimento di lei per sua stessa ammissione, e stringono il cuore i suoi teneri tentativi di recupero, in un estremo sforzo di comprensione per l'accaduto. E a lungo si potrebbe riflettere sulla scelta radicale della donna, forse testimonianza anche di un egoismo in parte amplificato dalla passione e su cui si potrebbero accendere dibattiti infiniti. Ma è comunque un ennesimo merito del film affrontare tutti gli aspetti così dolorosi di una storia così repentinamente incrinata. È una vicenda estremamente drammatica, dove il realismo e la crudezza delle immagini sono accompagnate da una totale assenza di musica, a sottolineare la concretezza della storia stessa. I suoni del film sono quelli comuni e di tutti i giorni, dal gorgoglio di una macchina per il caffè, al rumore delle auto che passano, ai suoni di uno stagno in aperta campagna, fino ai più impercettibili suoni percepibili in lontananza. E la fotografia riempie spesso gli occhi di immagini bellissime e assolutamente consone ai vari momenti della storia. Un film raccontato con una sensibilità assolutamente straordinaria.

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