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Quem És Tu?

Regia di João Botelho vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Quem És Tu?

di Theophilus
10 stelle

QUEM ÉS TU?

 

Se discussione c’è stata all’interno della giuria della 58. Mostra internazionale del cinema di Venezia che ha assegnato il Leone d’oro, piacerebbe pensare a chi scrive che questa si sia accesa soprattutto attorno al film di João Botelho Quem és tu?

Tratto dal Frei Luis de Sousa di Almeida Garrett (1799-1854), massimo capolavoro del teatro portoghese ed espressione dello spirito messianico-sebastianista, la storia è imperniata sui sogni allucinati della giovane Maria de Noronha: il lusso del Seicento portoghese, al quale si contrappone la terribile Inquisizione dei Gesuiti, un re atteso e la sua scomparsa durante una disastrosa battaglia che distrusse l’esercito portoghese decretando la perdita dell’indipendenza del Portogallo per 60 anni e del suo impero per sempre. Ventuno anni dopo, alla fine del luglio 1599, la tragedia, sotto forma di un viandante che chiede ospitalità e che altri non è che D. João de Portugal, il primo marito della madre Madalena de Vilhena, sta per abbattersi sulla casa della giovane Maria. Anch’egli scomparso, come il re D. Sebastião, nella battaglia combattuta ad Alcàcer Quibir, era stato creduto morto dalla moglie, che, innamoratasi di Manuel de Sousa Coutinho, si era risposata pochi anni dopo.

Quem és tu?, titolo del film, è domanda emblematica – Chi sei tu? – rivelatrice dell’ossessivo spirito religioso che pervade l’animo portoghese. L’enigma del giovane e folle re che portò alla rovina il Portogallo nel 1578, si salda e si scioglie in quello del viandante che bussa alla porta e che porterà alla dissoluzione dei protagonisti obbedienti ad una fede febbricitante, fradicia, rovinosa, ma al tempo stesso grandiosa, priva di cedimenti, senza via d’uscita nel suo rigore. Il tutto ingigantito dalle ombre di Sofocle e di El Greco che troneggiano e si fondono a creare altro da sé. Dopo il prologo della tragedia, rappresentato dalla narrazione pura e sinistra dei sogni della quindicenne Maria, segnata dalla tubercolosi, l’atmosfera si fa ancora più greve e la tensione cresce, non per mezzo dell’azione filmica, ma per via del testo che incombe sempre più denso e che Botelho lascia parlare, valorizzandolo col tenere la cinepresa la più ferma possibile e col soffermarsi con primi piani michelangioleschi sui protagonisti della tragedia, scolpiti nel puro marmo di una cinematografia senza compromessi.

Se il regista Botelho va particolarmente fiero di Quem és tu?, chi scrive ritiene di dover spendere la parola capolavoro unicamente per questo fra tutti i film in concorso per l’assegnazione del Leone. Non potendosi evitare la mediazione e mancando il coraggio di operare quella che con ogni probabilità sarebbe apparsa come una scelta elitaria, sarebbe stato più onesto presentare la pellicola fuori concorso.

 

Enzo Vignoli    

16 ottobre 2001.

 

 

 

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