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She-Devils on Wheels

Regia di Herschell Gordon Lewis vedi scheda film

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La recensione su She-Devils on Wheels

di undying
2 stelle

Lewis tenta di imitare il Faster, pussycat! Kill! Kill! (1965) di Russ Meyer con esiti sconcertanti. Ne esce un film inguardabile, di un pressapochismo senza precedenti, eppure di buon riscontro economico tanto da piazzarsi, dopo Blood feast, tra i titoli più fortunati del regista.


locandina

She-Devils on Wheels (1968): locandina

 

Florida. La giovane Karen (Christie Wagner), durante il fine settimana frequenta un gruppo di motocicliste, definite Man-eaters, capeggiate da Queen (Betty Connell) e dalla rubiconda e paffuta Whitney (Pat Poston). Le ragazze si allenano in un aeroporto dismesso, poi si sfogano in atti di bullismo e giacciono sessualmente con alcuni ragazzi, considerati alla stregua di giocattoli e opportunamente selezionati. Uno dei regolamenti interni del gruppo prevede che, per essere parte della banda, nessuna componente debba stabilire solide relazioni sentimentali. Siccome Karen si è infatuata di Bill (David Harris), per punizione le viene imposto di trascinare lungo l'asfalto, legato alla motocicletta, il povero fidanzato. Frattanto gli scontri delle Man-eaters con la banda rivale di motociclisti guidata da Joe-Boy (John Weymer) si fa sempre più violenta.

 

scena

She-Devils on Wheels (1968): scena

 

Tra i film più fortunati di Herschell Gordon Lewis, in grado di piazzarsi al secondo posto per incassi dopo il celebre Blood feast (1963). Su suggerimento del noto produttore Samuel Z. Arkoff [1], nel 1968 Lewis valuta l'idea di realizzare un roughie [2] al femminile, guardando ai precedenti (e di ben altro livello) Motorpsycho! e Faster, pussycat! Kill! Kill! (1965) di Russ Meyer, e pone così in scena una tipologia di femmina violenta ed emancipata, che agisce mettendo in crisi il monopolio maschile in campo di promiscuità sessuale e, più in generale, criminale. She-devils on wheels si colloca quindi in quella breve serie di "biker movies" tipica di metà anni Sessanta, che vede nel successivo Easy rider (Dennis Hopper, 1969) la punta di diamante. In parte Lewis si ispira anche a un film di Richard Rush, dell'anno precedente (Hells angels on wheels). Nonostante tutto ciò, la verità pura e semplice è che ci troviamo di fronte all'ennesima produzione a basso budget, penalizzata da una brutta sceneggiatura e una regia, per quanto possibile, ancora peggiore di Lewis che qui offre anche uno dei più approssimativi montaggi cinematografici.

 

scena

She-Devils on Wheels (1968): scena

 

She-devils on wheels inizia male, sulle terribili note dell'inascoltabile motivo musicale "Get off the road", e prosegue peggio presentandoci un gruppo di motocicliste che, al contrario di quel che dovrebbero rappresentare, sembrano vere e proprie macchiette: fanno fatica a reggere le pesanti motociclette e durante le lunghe e sfiancanti gare si direbbe che non si spingano oltre la velocità dei 30 km/h. Il tema centrale poi, a base di sex & violence, sconfina nella parodia. Di erotismo non c'è nemmeno l'ombra (data la presenza di ragazze poco sensuali e mal vestite) mentre, per rispettare il titolo conseguito di "padrino del gore", il regista ci offre due momenti concettualmente violenti, ma risibili per risultato: il trascinamento di un manichino sull'asfalto e la decapitazione del rivale Joe-Boy (con un filo che attraversa la carreggiata, steso da un albero all'altro), che si conclude con il corpo del poveretto al suolo, la cui testa viene nascosta dietro un palo per risparmiare sull'effetto (poco) speciale. Definirlo il peggiore film di Lewis è difficile, data l'ampia scelta di inguardabili pellicole che ci ha lasciato in eredità, ma certamente She-devils on wheels raggiunge uno dei punti più bassi nella cinematografia di questo regista divenuto tale per caso, alla ricerca cioè di facili guadagni ed estremamente fortunato al botteghino. Per rendersene conto, basta confrontare questo lungometraggio con il citato Faster, pussycat! Kill! Kill!: corre un abisso di differenza, essendo l'uno opera di un vero artista, l'altro invece di un imprenditore scaltro e speculatore.

 

NOTE

 

[1] "Herschell Gordon Lewis - The GoreFather" (pag. 105), a cura di Alberto Farina 

 

[2] Roughie: sottogenere cinematografico di sfruttamento, che ha avuto il suo apice negli anni '60. Le trame in questo tipo di pellicole solitamente puntano a mettere in mostra donne ricattate, vendute come schiave, dipendenti dalla droga o più spesso, costrette a praticare sesso violento (da cui il termine). In questa circostanza il punto di vista viene ribaltato, mettendo in posizione subalterna il genere maschile.

 

scena

She-Devils on Wheels (1968): scena

 

"Benché guidare una motocicletta sia romantico, occuparsi della sua manutenzione è decisamente classico. Lo sporco, il grasso, la padronanza della forma soggiacente sono così dissonanti per una sensibilità romantica che le donne si guardano bene dall'occuparsene."

(Robert M. Pirsig)

 

Trailer 

 

F.P. 01/02/2022 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 82'36")

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