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Mi chiamo Giulia Ross

Regia di Joseph H. Lewis vedi scheda film

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La recensione su Mi chiamo Giulia Ross

di Baliverna
9 stelle

Quell'impiego è troppo allettante, la signora è troppo affabile. Ci dev'essere sotto qualcosa.

Molto bello. E' un altro piccolo grande film di Joseph Lewis, che è appunto il regista dei piccoli grandi film. Fin da subito è molto coinvolgente e ben presto inizia a tenerci con il fiato sospeso. Fino al finale non c'è un momento di stanca.
Nessuno dei personaggi è definito a caso; anche i pochi accenni li rendono credibili in quella situazione. La vecchia è la tipica madre che ha viziato il figlio e gli ha fatto credere che può fare e avere tutto, e che lei lo asseconderà sempre. Lui è prepotente, ambizioso e privo di scrupoli morali. Entrambi sono ricchi e molto attaccati al denaro. La domestica è verosimile come donna buona fuori dal complotto ma molto suggestionata dai due burattinai, al punto che, in buona fede, non riesce a credere al grido d'aiuto della ragazza. I visitatori, invece, sono ignari di tutto ma veramente ottusi, gretti, e succubi dei due malvagi. La protagonista, infine, non è la ragazza innocente e paralizzata dall'angoscia come ci si potrebbe aspettare. Il suo modo di fare ha accenti di durezza ed è animata da un certo desiderio di vendetta, oltre che da quello della libertà. Ciò può trovare spiegazione nella vita difficile e problematica che ha vissuto. Inoltre, è molto intelligente ma non tanto da sembrare inverosimile. Lo stesso si può dire di tutte le trovate collegate alla lettera. Non so se il merito vada alla sagacia dello sceneggiatore o dell'autore del romanzo da cui è tratto il film.

L'atmosfera è angosciosa e claustrofobica, e molto indovinate sono certe idee di regia: come il fatto che in quella casa si vede l'ombra a quadri, come in una vera prigione.
E' una pellicola fatta con pochi mezzi, come d'uso per Lewis, ma molto talento e intelligenza. E' una di quelle opere dove è evidente che il merito non va ai pur bravi attori, ma a regista e sceneggiatore. Sicuramente da riscoprire.

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