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Schiave bianche - Violenza in Amazzonia

Regia di Mario Gariazzo vedi scheda film

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La recensione su Schiave bianche - Violenza in Amazzonia

di undying
6 stelle

Uno degli ultimi "cannibal-movie" all'italiana, circolato in Austria come sequel del più celebre "Cannibal Holocaust". Ne è protagonista la splendida Elvire Audrey, sfortunata (quanto bella) attrice francese, morta suicida nel 2000, a soli 40 anni.

 

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Ciudad Rosaz (Brasile). La studentessa Catherine (Elvire Audray), in concomitanza del suo diciottesimo compleanno torna a casa dai genitori, per trascorrere un pò di tempo con loro. Per l'occasione l'intera famiglia, compresi gli zii materni, decide di trascorrere una vacanza in Amazzonia. Mentre attraversano, su una houseboat, il fiume Orinoco vengono aggrediti dai Guanirà, tipologia di indios nota per la tradizione di "collezionare teste umane". Catherine assiste, in stato di incoscienza, alla decapitazione dei genitori. Riprende i sensi, scoprendo di essere stata risparmiata solo per entrare a far parte della comunità primitiva. Umukai (Will Gonzales), un indigeno che lei ricorda avere infierito sui corpi dei genitori, inizia a corteggiarla. Solo molto tempo dopo, oltre un anno, in occasione di un sanguinario raid tenuto dai bianchi per appropriarsi delle terre degli indios, Catherine scopre la vera causa della loro morte, si innamora di Umukai e pianifica una spietata vendetta. L'intera storia è narrata dalla protagonista, durante un processo a suo carico per duplice omicidio.

 

"Era come vedere scorrere davanti ai miei occhi un film agghiacciante e l'interprete ne fossi io stessa...."

(Catherine)

 

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Schiave bianche - Violenza in Amazzonia (1985): scena

 

Particolare esempio di "cannibal-movie" girato al crepuscolo del filone, piuttosto originale per via di una storia che sprofonda, durante le sequenze finali, nel giallo. Scritto insolitamente bene, rispetto alla media, da Francesco Prosperi e diretto con buon mestiere da Mario Gariazzo, avanza però pretese di realismo (annunciate dal classico avviso: "ispirato da una storia vera") del tutto infondate. Particolarmente adatta al ruolo la bellissima protagonista, Elvire Audray (1960 - 2000), costretta a recitare spesso priva di vestiti, costantemente al centro dell'azione. In Austria è stato rilasciato con il titolo di Cannibal Holocaust II - The Catherine Miles Story, per tentare di sfruttare il successo del più celebre film di Deodato. Non privo di dure scene splatter (circoscritte, esclusivamente, ai delitti dei bianchi ed opera dei validi effettisti Franco Di Girolamo e Rosario Prestopino), Schiave bianche... presenta una romantica colonna sonora a base di flauto, composta da Franco Campanino, esattamente agli antipodi rispetto alle immagini, con una delicata melodia che rimanda in effetti, e non casualmente, al citato Cannibal Holocaust

 

scena

Schiave bianche - Violenza in Amazzonia (1985): scena

 

Critica 

 

"Schiave bianche - Violenza in Amazzonia (1984) di Mario Gariazzo, pur essendo una scopiazzatura di film più importanti, ha qualcosa di nuovo da dire. Gariazzo non è un regista eccelso ma in questo lavoro raggiunge livelli di sufficienza. Il film si apre con una scena ambientata in un'aula di tribunale, dove è in corso un processo per duplice omicidio e l'imputato è Catherine Miles (Elvire Audrey). (...)  Sono da ricordare le sequenze finali, con Catherine e suo figlio in un parco di Londra. Il bambino chiama la mamma e le fa vedere che la sua barchetta giocattolo sia è capovolta nell'acqua. Il pensiero di Catherine subito corre a Umukai, morto per amore. Il finale è da dramma sentimentale più che da cannibal movie. Tra gli attori spicca la bella protagonista francese Elvire Audrey. L'amante delle scene sanguinarie (decapitazioni, frecce negli occhi, uccisioni rituali) può trovare molti motivi di interesse in questo lavoro che tutto sommato è da salvare. Schiave bianche - Violenza in Amazzonia è l'ultimo film italiano di una certa importanza per quanto riguarda il cannibal movie. Dopo il 1985 il cinema italiano di exploitation non ha prodotto niente o quasi. Negli anni Ottanta c'è una ventata di moralizzazione che limita molto gli autori di exploitation. La dipendenza dai modelli statunitensi impone l'abbandono dei generi pericolosi e contro corrente. Il genere cannibalico si spegne, rantola e poi muore, però ha una fine gloriosa prima con Schiave bianche - Violenza in Amazzonia e poi con Inferno in diretta di Ruggero Deodato."

(Gordiano Lupi) [1]

 

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Schiave bianche - Violenza in Amazzonia (1985): scena

 

Visto censura  [2]

 

Schiave bianche - Violenza in Amazzonia ottiene n.o. (n. 80451) in data 1 marzo 1985, con limitazione di visione ai minori di anni 14.

 

Metri di pellicola accertati: 2445 (circa 91' in proiezione cinematografica).

 

NOTA

 

[1] "Storia del cinema horror italiano - Da Mario Bava a Stefano Simone", Vol. 3 (Edizioni Il Foglio) - pag. 170 - 171 - 172.

 

[2] Dal sito "Italia Taglia".

 

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Schiave bianche - Violenza in Amazzonia (1985): scena

 

"Può il criterio della bontà, del gusto, giustificare eticamente ogni atto con il quale ci procuriamo il cibo? Mi viene in mente un episodio che si racconta circa le avventure del celebre esploratore David Livingstone. Nel corso delle sue spedizioni africane egli incontra un'anziana di una tribù antropofaga che morde con gusto, appunto, il piccolo dito di un bambino. Livingstone prova orrore per la scena [...] e la risposta della cannibale, che pare addirittura mostrare un certo stupore, è: 'Se sapesse com'è buono!'."

(Umberto Veronesi)

 

OST (Franco Campanino)

 

Trailer

(Video soggetto a limiti d'età)

 

F.P. 20/02/2023 - Versione visionata in lingua italiana, integrale, su Amazon Prime Video (durata: 90'09")

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