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The Wrath of a Woman

Regia di Chuang-Hsiang Tseng vedi scheda film

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La recensione su The Wrath of a Woman

di alan smithee
9 stelle

FAR EAST FESTIVAL 26 - RESTAURI

Lin Shih è rimasta orfana da piccola, e per questo allevata dalla famiglia di uno zio che, tuttavia, considerato che ormai è una donna fatta, la dà in sposa, certamente non senza una lauta ricompensa, ad un greve e manesco macellaio, che la "compra" a scatola chiusa.

Per l'indole dell'uomo, dovuta forse anche al mestiere cruento di sgozzatore di maiali, possedere la moglie, oltre che un diritto, è anche un piacere, soprattutto quando la sente lamentarsi non meno che i suoi malcapitati maiali una volta giunti al macello.

Dopo aver sopportato angherie e crudeltà di ogni genere dal violento partner, nonché pubblica derisione da parte di un vicinato connivente ed ingrato, Lin Shih approfitta di una disattenzione del coniuge per debellarlo con la stessa arma che lui solitamente usa contro le sue innocenti vittime quotidiane al macello.

Per la regia del taiwanese Tseng Chuang-hsiang, The woman of wrath è un impressionante ritratto delle malversazioni a cui è troppo spesso sottoposta la donna in ogni epoca storica la si prenda in considerazione.

Il film, colmo di scene crude realmente impressionanti di violenza su animali, riesce a dimostrare come il comportamento prevaricatore e dominante del maschio riesca a rendersi parimenti crudele nei confronti della donna, così come avviene nei riguardi delle specie animali.

L'utilizzo della donna come un bene di proprietà su cui esercitare diritti di possesso arbitrari, mette lucidamente in evidenza la bieca attitudine del maschio umano di sfogare ogni propria perversione sulla propria partner restando nella piena legalità, come purtroppo avviene ancora oggi in molti luoghi, e come succedeva in passato praticamente ovunque.

Il film, potente e rivoluzionario, ostico ma lancinante nell'evidenza del messaggio che scaglia sulle coscienze collettive, è tratto da un rivoluzionario ed importante romanzo femminista della scrittrice Li Ang, di cui il regista Tseng Chiang-hsiang riesce a coglierne i tratti basilari e più sconvolgenti.

Non tutti gli uomini del film sono violenti o codardi, come dimostra la figura secondaria ma importante del sensibile vicino pescatore, il cui interesse umano e caritatevole per la disgraziata nonché bellissima vicina, viene naturalmente travisato accelerando il compimento della tragedia in tutta la sua sanguinosa mattanza.

Nel ruolo della solo apparentemente arrendevole e sacrificale protagonista, una incantevole Pat Ha, viso dolente e insieme angelico fai connotati che rasentano la perfezione, fornisce un motivo in più per fare provare empatia da parte dello spettatore per la sorte della malcapitata.

Il film si fa forte di una fotografia stupenda che illumina e rende meravigliosi scenari naturali di una costa di pescatori e gente rurale davvero magnifica, rendendo ancora più irragionevole e sinistra la violenza gratuita che dilaga tra la popolazione maschile e l'invidia cieca che divide le donne, anziché saldarle in un legame di collaborazione decisamente più consono e salvifico.

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