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Slow Attack

Regia di Reinhard Hauff vedi scheda film

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John_Nada1975

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La recensione su Slow Attack

di John_Nada1975
6 stelle

Praticamente la biografia personale di Burkhard Driest all'uscita dal carcere in cui era ancora rinchiuso nel precedente "La Brutalizzazione di Franz Blum" del 1974 sempre di Reinhard Hauff, nel quale però non era il protagonista ma che attingeva comunque dai suoi scritti di sceneggiatore e romanziere di successo, una sorta di Edward Bunker tedesco, però dalle origini di famiglia borghese e agiata, che per vie traverse e innato spirito di ribellione aveva in gioventù scelto la via del rapinatore professionista.

Musicato da Irmin Schmidt fondatore dei Can, Hauff e Driest nella parte di sè stesso, lui e un regista dotato e iperrealista come Hauff non si tirano indietro di fronte a nulla, compresa una sequenza di sodomia mercenaria e orale con un omosessuale sdentato che è veramente dura e laida, come neanche in un film del periodo olandese di Paul Verhoeven, oltre che molto ben miscelata con la sua parte più d'azione e poliziesca, la quale testimonia di come poteva ancora dopo il carcere prendere ben altra direzione la vita di Driest, facendolo ricadere nel crimine e così rovinare per sempre.

Così non è stato e il film ci racconta le modalità in cui sono avvenute le diverse come da titolo tedesco "stazioni" di salvezza, verso una vita e regolare, normale nella scrittura e nel cinema di Driest, con un figlio una moglie attraente, una famiglia più compiuta, realizzata, migliore di tante. 

Diventando un attore caratterista "fisico" che molto ha significato e rappresentato, in specie per il nuovo cinema tedesco ma anche per la TV, basti citare "Schimanski/Tatort", o "Derrick".

Molto bello lo sguardo prolungato in macchina di Driest nel finale e le sue attonite, scioccate espressioni, un gran brano di recitazione, guardando il video della polizia, con la rovinosa morte dell'amico ex compagno di carcere, e complice.

 E c'è anche il fassbinderiano, lommelliano Kurt Raab. Il Peter Lorre, del NCT.

 

John Nada

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