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Una tata in incognito

Regia di Jonathan Wright vedi scheda film

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Marco Poggi

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La recensione su Una tata in incognito

di Marco Poggi
7 stelle

Claire Champion, un'agente dell'MI7 (!), si infiltra nella famiglia reale inglese, come bambinaia, per difenderla dai rapitori. Fra simpatici principi da amare (in storie come questa, c'è sempre un bel principe da amare!) e proteggere e bambini pestiferi a cui badare, la nostra eroina segue i consigli di una vera tata.

Claire Champion, bionda agente dell'MI7 (!), si infiltra nella famiglia reale inglese, come bambinaia, per difenderla dai rapitori. Fra simpatici principi da amare (in storie come questa, c'è sempre un bel principe da amare!) e proteggere e bambini pestiferi a cui badare, la nostra eroina segue i consigli di una vera tata, la signora Fletcher (un riferimento, seppur indiretto, al personaggio simbolo di Angela Lansbury?), che le insegna come ci si comporta a corte e non solo. Innocuo prodotto TV natalizio in cui la violenza è bandita e dove trionfano l'amore e i buoni sentimenti (d'altronde questo è fin troppo un prodotto per famiglie). Notevoli le scene nelle quali interagiscono la brava protagonista, Rachel Skarsten e un'attempata ma simpatica Greta Scacchi, versione Mary Poppins. Uno dei tanti prodotti della Dellmark, che vede in Rachel Skarsten una delle sue portavoci più influenti degli ultimi anni, che desta interessa non tanto per la storia d'amore all'acqua di rose, ma per il flebile, ma presente, intreccio spionistico che è al suo interno. Nessuno spara, nessuno muore, nessuno sanguina, l'eroina piuttosto che brandire una  pistola, è addestrata (da Greta Scacchi, poi!) ad usare il suo ombrello, come farebbe la sopracitata tata del film Disney degli anni'60, ma anche il John Steed di Patrick MacNee/John Steed, della serie "AGENTE SPECIALE". Un film natalizio, ripeto, che ricorda "NATALE CASTLEBURY HALL", di qualche anno fa, dove ritrovavamo il vecchio e compianto Roger Moore ed un'inedita Kathie McGrath, solitamente abbonata a ruoli ambigui (due su tutti, la strega Morgana della serie TV "MERLIN"  e la Lena Luthor, di "SUPERGIRL"), nel ruolo di una donna di corte buona ed innamorata del figlo di Moore, e dove, pur strizzando l'occhio alla famiglia Windsor, non li nomina, ma li reinterpreta, come se fosse una fiaba, qual è. L'attrice canadese Rachel Skarsten si prende, quindi, una pausa romantica, dopo le crudeltà della sua Alice di "BATWOMAN", non rinunciando "all'azione", ma mettendo da parte le armi da taglio, per brandire un ombrello ed indossare i panni di falsa bambinaia. La formula Mary Poppins incontra i film di Natale e quelli di James Bond è stravagante, ma funzionale. Il prodotto è semplice, l'intreccio, per quanto per famiglie, è pieno di rapitori e traditori,  ed è la matrice bondiana che ha la meglio sulla storia d'amore all'acqua di rose. Greta Scacchi appare poco, ma si porta appresso quella simpatia e vivacità che era della compianta Diana Rigg (che, in anni giovanili, era l'agente Emma Peel, partner del John Steed di "AGENTE SPECIALE"),  oltre a ricordare la Julie Andrews più disneyana e la M di Julie Dench. Le sue scene con la Skarsten, come ho detto, funzionano e anche il principe (un uomo caritatevole, che regala giocattoli ai bambini poveri), è alquanto atipico e simpatico (è, infatti bonario e combina scherza coi nipotini), benché sia proprio la love story a funzionare meno. Ambientato in Inghilterra, ma girato in Belgio, si guarda col cervello staccato, preferibilmente a Natale. 

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