Regia di Maccio Capatonda, Danilo Carlani, Alessio Dogana vedi scheda film
Ennio Storto (Capatonda) gestisce col fratello un negozio di informatica. La sua vita da single procede tranquillamente tra app per incontri e confortante tecnologia domestica. Il meccanismo si inceppa quando si trova a vivere in un universo parallelo, nel quale la tecnologia stessa si è fermata alla metà degli anni Novanta, con i modem che viaggiavano a 56 kbps. Dovrà allora fare i conti con un nuovo (vecchio?) modo di vivere.
Seconda regia (qui accompagnata da Danilo Carlani e Alessio Dogana) per Marcello Macchia, al secolo Maccio Capatonda, che sbarca direttamente su piattaforma giocando la carta sci-fi con uno spunto interessante di denuncia - per quanto annacquata e docile - sulla dipendenza tecnologica. Le gag non mancano (a cominciare dal gustoso personaggio disgestico del fratello di Ennio, interpretato da Pietro Sermonti), la regia c'è e si concede anche qualche estrosità inattesa per cui il dispositivo, a conti fatti, funziona, anche grazie alle doti di autoironia del protagonista e soprattutto per come riesce a raccontare i molti espedienti che Ennio escogita per supplire a tutte le comodità tecnologiche perdute, a cominciare da quelle che gli garantivano il rimorchio delle ragazze.
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