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Sinfonia di primavera

Regia di Peter Schamoni vedi scheda film

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La recensione su Sinfonia di primavera

di fratellicapone
6 stelle

E' un destino dei grandi artisti iniziare da altri studi. Schumann avrebbe dovuto fare l'avvocato ma aveva la musica nella testa, la musica come compositore. Mentre prova un pianoforte, con la scusa di doverlo consigliare ad un amico, viene notato per la musica che suona, che era la sua, da Friederich Wieck che aveva un negozio di strumenti e una scuola di musica.

La madre del giovane Schumann, di famiglia modesta, decide di aiutare il figlio e Wieck lo prende nella sua scuola per imparare e a sua volta badare agli studenti. Nella casa Wieck conosce Clara che è una bambina prodigio. La bambina è allevata in funzione del pianoforte e studia e si esercita tutto il giorno. Il padre la porta in giro per concerti esibendola e incassando soldi. Il padre sembra vedere la bambina solo in funzione di questo, come una macchina per fare musica e fare soldi. Schumann negli anni, mentre la bambina diventa fanciulla, si innamora perdutamente di Clara che diventa, nei sui pensieri, l'ispirazione della sua musica. Il padre di Clara, occhiuto sorvegliante/educatore/sfruttatore della figlia, si opppone nettamente all'amore della figlia verso Schumann e sarà il giudice a consentire il matrimonio contro il consenso del genitore. Nel frattempo Schumann era diventato un compositore famoso anche per l'appoggio di Mendelsshon. Il matrimonio segna la rottura definitiva del rapporto di Clara con il padre.

Il film è molto ben fatto e ricostruisce l'epoca e i luoghi con una scenografia accurata. Ottima è Natassja Kinski, nella parte di Clara. Semplice, rapita dalla musica, sognante, innamorata e sensuale!

 

PS...ho visto adesso la locandina del film messa su Filmtv. Sembra una scena di sesso ma è invece la giovanissima Clara che si fa il bagno in una tinozza. E' singolare che il distributore abbia scelto proprio questa unica immagine del tutto innocente per farla sembrare qualcosa di erotico e perverso.

 

(anche questo film l'ho visto grazie al Goethe Institut di Palermo)

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