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Barbie

Regia di Greta Gerwig vedi scheda film

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La recensione su Barbie

di alan smithee
6 stelle

locandina

Barbie (2023): locandina

AL CINEMA
Anche la Barbie, come buona parte degli dei immortali, finisce per anelare alla fragilità umana.
Non fosse altro per provare finalmente la sensazione di possedere una vagina o, nel caso di Ken, un attributo maschile che lui, proprio lui, a differenza di lei, non ha nemmeno la malizia di comprendere di non avere.
Il giorno in cui a Barbie World la versione stereotipo della celebre bambola Mattel si accorge che le sono franati i talloni a terra, che nella doccia l'acqua esce per davvero ed è fredda, che per scendere dalla sua casa glitterata il fatto di non avere le scale la fa letteralmente franare a terra, la sexy bambola intuisce che dal mondo dei viventi, un flusso negativo le sta condizionando la fatata esistenza.
Decide pertanto di andare nel mondo reale per comprendere da quale disagio sofferto da una sua bimba acquirente, possa aver generato questi influssi sgradevoli.
Una volta in loco, seguita dal suo spasmante biondo Ken, la bella biondona impara ad apprezzare il bello della mortalità terrena, ma anche a farsi condizionare da valori e punti di vista che, nel mondo tutto rosa a cui è stata destinata dopo la fabbricazione, erano completamente tagliati fuori.
In questo modo nel mondo rosa di Barbie avvengono vere e proprie rivoluzioni, rese dei conti, rivendicazioni e scene di lotta di classe che sconvolgono il mondo da fiaba irreale concepito dalla mente vulcanica e geniale del sig. Mattel. 
Nella sera della prima del film tanto atteso di Greta Gerwig, si assiste a scene di assedio alla sala da parte di ragazzine in rosa vestite e glitterate a dovere che non è mai stato possibile documentare a memoria di cinefilo.

Margot Robbie

Barbie (2023): Margot Robbie

Un cinefilo imbarazzato cerca di farsi largo tra il pubblico adolescente entusiasta in modalità preventiva e adeguatamente rifornito di popcorn in vasi formato famiglia.
L'idea di trovarsi fuori posto in mezzo ad un pubblico di bambine vestite in abitini rosa scollati diventa quasi  una certezza, al punto da farsi venire il dubbio che il film non risulti vietato ai maggiori di 15 anni.
Poi però il film su Barbie, che inizia con una citazione illustre piuttosto facile da intuire, ma non proprio scontata per le adolescenti scatenate in rosa vestite che affollano la sala urlanti ed esaltate, non si accontenta di crogiolarsi sulle scenografie sopra le righe assai familiari agli appassionati del mondo Mattel.
Greta Gerwig ne approfitta alla grande per rimettere in discussione le tematiche care ad una civiltà che rivendica con orgoglio la posizione della donna addentro a sé stessa, e per lanciare staffilate aguzze sulla grevità che spesso caratterizza il genere umano di sesso maschile, ma anche curiose sensazioni di vuoto nel personaggio un po' dolente di Ken quando si rende conto di esistere solo come surrogato di una barbie sempre e solo protagonista assoluta.

Ryan Gosling

Barbie (2023): Ryan Gosling

Circostanze e argomentazioni che rendono Barbie un film più adulto di quanto si potesse immaginare, e decisamente in linea con le caratteristiche di una Gerwig sceneggiatrice impegnata e da oltre un quinquennio pure regista ispirata e di talento.
Certo il film sconta una certa prolissità di narrazione, frutto di una sceneggiatura scritta a quattro mani dalla collaudata coppia artistica Greta Gerwig-Noah Baumbach, che penso possa essere considerata con trascuratezza solo dalle bimbe-cheerleaders che ieri sera affollavano, e che affolleranno nelle prossime giornate, le sale italiane nel nuovo successo strepitoso che, ci si augura, possa avere il merito di far tornare la folla in sala. 
Proprio come ai vecchi, cari tempi.  
Margot Robbie affronta la parte con un physique du rôle impeccabile, ma non stupisce più di tanto.
Al suo fianco il baldo, muscolare e non meno laccato Ken di Ryan Goslin consente al talentuoso attore di centrare nuovamente il segno con una esibizione davvero degna di nota.
 
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