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Il prezzo

Regia di Rolando Stefanelli vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il prezzo

di hallorann
4 stelle

IL PREZZO è un tipico esempio di cinema indipendente italiano destinato all’invisibilità prima e all’oblio dopo. Non sempre è un destino sbagliato. Trascorsi quindici anni, al contrario del vino, certi prodotti invecchiano male e i difetti vengono a galla compromettendone la fruibilità.

 

Periferia di Roma. Un medico col sigaro in bocca (non è Tinto Brass) annuncia al paziente amico Romano che deve curarsi, non perché abbia un tumore bensì perché ha il fegato spappolato. Sono vent’anni che lo prendi a calci in culo, dice più o meno il “professionista” che lascia fumare l’amico in ambulatorio. Romano, apprendiamo da chiacchiere informali, è un ex insegnante pieno di debiti e per risanarli è quasi costretto a fare un lavoretto losco per l’amico Vittorio e per il carrozziere Alvaro. Non può portare Arianna, la compagna attuale, alla quale non dice la verità. Deve fare un viaggio di andata e ritorno ad Amsterdam con una Mercedes munita di “accrocchio” dove nascondere hashish, non eroina che politicamente nun la accetamo. Ebbene, apprendiamo che trattasi di ex compagni militanti bruciati dalle ideologie. Romano si porta con sé la fotografa Alba, una ex tanto per cambiare. Sbronze, scopate, sbandate, malinconie nordiche e un tragico epilogo sono IL PREZZO da pagare dallo spettatore per arrivare ai titoli di coda, con tanto di frase tratta dai Fratelli Karamazov di Dostoevskij.

 

Il maledettismo la fa da padrone nell’esordio di Rolando Stefanelli, ché sceneggia il film con Claudio Lizza (ultimo lavoro semibiografico dicunt). Il ritmo è lasco, le psicologie dei personaggi deboli, sommarie e inverosimili. Mai che Romano, una vomitata ridicola a parte, avverta dolori di rigetto, che una sbronza gli faccia davvero male. Incassa e basta. L’incontro con Edgar spacciatore di alta classe è il punto più alto, per poi ridiscendere. Romano è una delusione per tutti, idem l’interprete Stefano Dionisi stropicciato e troppo giovane per il ruolo. Chiara Caselli in fase ex (attrice), poco incisiva. Volenterosi gli altri, specie il corriere ombra Alvaro. Ottime le musiche del quintetto jazz di Paolo Fresu che appaiono in una scena live. L’unica luce in tanto buio.

 

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