Regia di Irving Pichel vedi scheda film
E' buon prodotto in stile tipico RKO: dimensioni produttive non grandissime, regia non autoriale ma buona, attori in gamba, un po' di sostanza su cui riflettere, noia zero. Lo stile è quello del noir, anche se in modo non pronunciato o caratteristico.
Il protagonista è un uomo senza integrità morale, e non simpatico, direi. Non è semplicemente che si innamori di un'altra donna da uomo sposato. Innanzitutto, infatti, si è ammogliato solo per i soldi di lei; poi, più che trovare infine il vero amore, l'impressione è che semplicemente gli piaccia cambiare spesso, senza prendere nessuna veramente sul serio. Il modo in cui passa infatti dalla prima alla seconda amante parla, secondo me, in questo senso. Cerca altre donne per colmare il vuoto e la noia che ha dentro, come anche dice la voce narrante, a causa di un rapporto inesistente con la moglie. E questa, da parte sua, se anche lo costringe a scegliere e gli sbatte le sue infedeltà davanti agli occhi, non riesce a capire che quell'uomo non la ama e non l'ha mai amata.
Il guaio in cui il protagonista viene a trovarsi è un equivoco solo in senso esteriore e materiale, perché le sue azioni e i suoi desideri sono sostanzialmente conformi a ciò di cui viene accusato. La differenza tra intenzioni malvagie od omicide e i gesti effettivamente compiuti è un problema sottile, di cui anche Fritz Lang si è occupato. Dal punto di vista morale, il divario è piccolo, come anche sembrano sostenere le riflessioni di film come questo. Accanto a ciò, vi sono la giustizia umana e quella del caso (o comunque lo si voglia interpretare), che si alternano nei ruoli a seconda delle circostanze.
Jane Greer è deliziosa. Un film dimenticato da riscoprire.
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