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Hai sempre mentito

Regia di Nicholas Ray vedi scheda film

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La recensione su Hai sempre mentito

di Baliverna
7 stelle

E' tentato omicidio o suicidio? Questo oscuro episodio è solo il punto di arrivo di una complessa vicenda artistico-sentimentale, che Ray dipana con attenzione ed equilibrio.

Un Nicholas Ray ancora alle prime armi già ci dà una prova convincente, il che ci fa vedere che il talento è talento, e che taluni hanno il mestiere nel sangue, anche senza esperienza o quasi.

Intendiamoci: il film non è perfetto, perché nella parte centrale il dramma si indebolisce un po' (per qualche cantatina di troppo...), ma nel complesso è un'opera riuscita, la quale tratta un tema interessante e non semplice..

Viene descritto un triangolo sentimentale e artistico, dove entrambi gli affetti e le passioni sono un po' sfumati, e tendono ad intersecarsi e influenzarsi: amore, un po' d'invidia, un po' di gelosia, un po' di rivalità, ambizione, e su tutto un po' d'ambiguità. La cantante che ha perso la voce (O'Hara) vede in una giovane povera ma talentuosa la possibilità di realizzare le sue aspirazioni frustrate, e la spinge un po' sulla carriera canora. Ma tutte le operazioni forzate mostrano prima o poi i loro limiti: la ragazza è brava a cantare, ma ha una vita scapestrata, ed è imprevedibile e volubile. Inoltre, tra questa e il fidanzato della sua mecenate inizia a serpeggiare un sentimento incerto tra paternalismo e amore inconfessato. Insomma, l'aver voluto farle fare la cantante a tutti i costi, quando la cosa a lei interessava sì e no, ha conseguenze molto negative per tutti. Tra queste c'è una pallottola sparata; il tema della pallottola come punto d'arrivo di una sequenza negativa la troviamo nel bellissimo “Il romanzo di Mildred” (1945).

L'ambientazione ha abbastanza del noir-poliziesco tipico di quegli anni, senza però ricalcarla in pieno, con qualche puntatina nel genere musicale. Ma io sono dell'opinione che le canzoni e le musica, in un film drammatico, vadano usate con molta cautela e parsimonia; un intervallo musicale troppo lungo in una sequenza di dramma può essere una spina nel fianco del film.

Nicholas Ray ha la buona idea di inserire qualche spruzzatina di umorismo e ironia, come si sapeva fare una volta, che giovano alla pellicola senza essere percepiti come intrusioni.

PS: Il produttore è anche lo sceneggiatore – caso rarissimo.

 

 

 

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