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The Acid House

Regia di Paul McGuigan vedi scheda film

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La recensione su The Acid House

di ga.s
6 stelle

Come spesso accade ai film a episodi (pure quelli diretti da un unico regista, come in questo caso: l’esordiente Paul McGuigan), anche The Acid House (tratto da alcuni racconti di Irvine Welsh da lui sceneggiati) mostra un andamento non perfetto nel passaggio da una storia all’altra con un netto cambiamento di registro nella seconda storia, cosa che inevitabilmente smorza il ritmo ironico dell’intera opera. Il film è dunque l’insieme di tre storie: 1)The Granton Star Cause, in cui ad un giovane, nel giro di poche ore, crolla il mondo addosso: viene allontanato dalla suadra di calcio dove giocava, i genitori lo cacciano "gentilmente" di casa, viene lasciato dalla ragazza, arrestato e picchiato dalla polizia, licenziato; ormai distrutto, in un bar incontra Dio che dopo avergli fatto notare quanto stupidamente ha gettato al vento tutte le sue qualità, lo punisce trasformandolo in una mosca: in questa veste avrà però modo di compiere alcune vendette. 2)A Soft Touch, in cui un uomo, dopo il matrimonio, scopre che la moglie è una specie di prostituta e quindi il loro rapporto si guasta, anche a causa di uno svitato vicino di casa che ben presto gli porta definitivamente via la donna; alla fine sembra essersi liberato di entrambi, ma… 3)The Acid House, in cui un ragazzo "si fa" con un acido e in seguito a questa esperienza vive un incredibile scambio di personalità, davvero originale e geniale (con trovate che ricordano un po’ Trainspotting – a sua volta tratto da un romanzo di Irvine Welsh – e la sua visionarietà, qui ulteriormente potenziata).

Come si può forse intuire dalla sola esposizione delle trame, ci si trova di fronte a due episodi assolutamente fantastici e "acidi", interrotti da una storia più "normale" e drammatica che oltre a negare il primo elemento caratterizzante – cioè la visionarietà – elimina anche l’ironia. Ma a parte questa sterzata improvvisa, gli altri due episodi sono assolutamente meravigliosi e godibilissimi (anche se forse non per tutti i gusti), entrambi esemplificatori di un modo diverso di concepire la potenziale visionarietà del mezzo cinematografico che, infatti, nel primo episodio è del tutto interiorizzata, mentre nel terzo è totalmente delirante. Azzeccattisimi gli ambienti scozzesi degradati che creano una perfetta "armonia" con il villaggio umano che li vive e subisce. Una commedia originale lontana sia da certe storie hollywoodiane troppo carine o troppo "gradevolmente" cattive, sia da un certo tipo di commedia inglese (quella alla Hugh Grant, per intenderci).

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