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Squatter

Regia di Olivier Abbou vedi scheda film

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La recensione su Squatter

di alan smithee
6 stelle

CINEMA OLTRECONFINE - ANTEPRIMA PER LA NOTTE DI HALLOWEEN

Una agiata giovane famiglia multirazziale con lui docente universitario di razza nera, e la bella moglie bianca innamoratissima, intraprendono col figlioletto un sereno viaggio in camper durante l'estate, lasciando la loro bella casa alle cure della babysitter, persona fidata che viene raggiunta dal suo uomo.

Al ritorno a casa, in una sera piovosa, la famiglia trova i cancelli sprangati e, suonando ripetutamente alla porta, si ritrova la polizia alle calcagna, e l'accusa di molestie a danno di legittimi proprietari di immobili.

Un foglio firmato dalla domestica e dai padroni di casa, in cui costoro le affidano la disponibilità della casa, li rende persone intruse e legalmente passibili di denuncia. Circostanza che, oltre a sconcentarli e provarli nel morale come nel fisico, alimenta nella famiglia un sentimento di risentimento che si acuisce man mano che passa il tempo, e che la legge non pare riuscire a risolvere come dovrebbe il dilemma giuridico e morale che li assilla.

Questa pur riprovevole situazione, sarà tuttavia nulla in confronto alle circostanze in cui andrà a cacciarsi la famiglia quando, nel scegliere come dimora provvisoria un campeggio nei pressi della loro abitazione, si imbatteranno nell'affascinante gestore, che altri non è se non un vecchio compagno di scuola della moglie, nonché un affascinante delinquente ora riciclatosi in quel ruolo di ripiego che mal gli calza e gli si confà.

Strutturato come un thriller politico-sociale che ricorda molto da vicino le recenti, apprezzate incursioni proprio in quei delicati paraggi da parte del cinema di Jordan Peele (Get Out-Scappa e Noi), Furie sonda con un certo approfondimento psicologico le derive comportamentali a cui può portare un'ingiustizia clamorosa, incoraggiata da cavilli burocratico-legali che non riescono a discernere, come in effetti dovrebbero, il buon senso ed il raziocinio, dalla eclatante ingiustizia.

Dietro la regia nervosa e sin isterica del francese Olivier Abbou, Furie è una coproduzione franco-belga che sa essere efficace nella costruzione di un intrigo complesso che vede non solo mettere in discussione la validità di diritti inalienabili e fuori discussione come la legittima e consolidata proprietà, ma anche rendere meno pressante quella minaccia che pareva il fulcro del reale contendere tra le parti, ma che si trasforma poco per volta in un aspetto di secondo piano che vede addirittura allearsi le dapprima acerrime parti contendenti, protese ad affrontare una minaccia ancora più folle ed incredibile, che pare catapultarci dalle parti oscure e sadiche della fortunata e nota saga americana "Il giorno del giudizio" di James DeMonaco: vedere per credere...

Tra gli interpreti, piuttosto efficaci, oltre ai validi protagonisti, Adama Niane e Stéphane Caillard, nella parte del re dei folli si segnala sopra tutti, per erotismo manifesto e prepotente, ma pure compulsiva e crescente furia omicida incontenibile, l'ottimo e già ben noto attore Paul Hamy (O Ornitologo, 9 doigts, Malgré la nuit).

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