Trama
Nell'Inghilterra del 1840 si crea un anomalo ma intenso rapporto tra due donne, una nota cacciatrice di fossili e una giovane in convalescenza.
Approfondimento
AMMONITE: LA VITA IMMAGINATA DI MARY ANNING
Diretto e sceneggiato da Frances Lee, Ammonite racconta la storia dell'intenso rapporto nell'Inghilterra di metà Ottocento tra l'acclamata ma trascurata ricercatrice di fossili Mary Anning e una giovane donna mandata in convalescenza al mare. Sono gli anni Quaranta dell'Ottocento e Mary vive e lavora da sola a Lyme Regis, sulla costa meridionale. I giorni delle sue più famose scoperte sono ormai lontani e le sue ricerche si limitano a fossili comunissimi da rivendere ai turisti per guadagnare qualche soldo per mantenere se stessa e la madre, vedova e malata. Quando arriva a Lyme, Roderick Murchison, un turista, le affida il compito di prendersi cura della giovane moglie Charlotte, ancora scossa da una tragedia personale. Mary, la cui vita è una lotta quotidiana sulla soglia della povertà, non può permettersi di rifiutare la proposta ma la convivenza con Charlotte non è facile. I primi giorni sono fatti di scontri continui, sono due donne provenienti da mondi completamente diversi e trovare un punto d'incontro non è facile. Nonostante siano separate da sfere sociali e personalità agli antipodi, a poco a poco le due donne scoprono che ognuna può offrire all'altra ciò che da sempre hanno bisogno: la consapevolezza di non essere da sole. Ciò segnerà l'inizio di una storia d'amore intensa che sfiderà ogni limite sociale alterando inevitabilmente il corso delle loro esistenze.
Con la direzione della fotografia di Stéphane Fontaine, le scenografie di Sarah Finlay, i costumi di Michael O'Connor e le musiche di Volker Bartelmann e Dustin O'Halloran, Ammonite trae spunto da una storia vera, come ha sottolineato il regista: "Mi sono imbattuto per la prima volta in Mary Anning quando stavo cercando un fossile da regalare al mio ex fidanzato. Mi sono interessato alla sua figura e, leggendo tutto il possibile sul suo conto, sono rimasto affascinato dalla sua storia. Sono da sempre attirato dai sopravvissuti e dalle questioni relative alla classe, al sesso e al contesto - anche naturale - in cui le vicende si svolgono. Pertanto, Mary aveva qualcosa a cui non potevo resistere: era una donna della classe operaia che, quasi senza alcun tipo di istruzione o formazione, lavorava lungo la zona costiera, spietata e pericolosa, della contea di Dorset da quando, appena undicenne, è stata costretta dalle circostanze a diventare capofamiglia in seguito alla morte del padre. Nonostante le avversità, le sue scoperte hanno segnato la paleontologia ma mai nessuno dei suoi contemporanei ha riconosciuto l'importanza del suo lavoro: non si poteva accettare in una società profondamente patriarcale e classista come quella inglese che una donna avesse raggiunto tali risultati da autodidatta. Nessun suo contemporaneo si è interessato a lei scrivendo una riga sul suo conto. Ciò mi ha permesso di raccontare in Ammonite la mia personale versione di Mary".
"Nelle mie intenzioni non c'era quella di realizzare un film biografico tout court", ha aggiunto Lee. "Volevo piuttosto restituire un'istantanea immaginaria ma rispettosa della vita di qualcuno. Volevo in un certo senso continuare il lavoro che avevo iniziato nel mio primo film, La terra di Dio, sulle relazioni amorose e su come ci si muove al loro interno. Per tale ragione, ho voluto ripercorrere la storia di Mary a partire dal contesto di un legame intimo. Non c'è assolutamente alcuna prova di un'ipotetica relazione di Mary con qualcuno, né eterosessuale né omosessuale, ma sapevo che volevo farle vivere per il mio film una storia d'amore che fosse degna di lei. Si sa che aveva amicizie molto strette con diverse donne in una società in cui queste erano considerate solo sottoposte agli uomini e Mary non era ben vista. Il mio ex fidanzato mi ha dato un documento, frutto di una ricerca, in cui si descrivevano nel dettaglio le lettere tra le donne del XIX secolo e si racconta di relazioni meravigliose, appassionate, intense e importanti. Ho dunque deciso che Mary meritasse di vivere una relazione con un'altra donna in un mondo in cui anche i medici credevano che il piacere sessuale fosse un'esclusiva degli uomini e in cui l'omosessualità femminile era per la scienza praticamente inesistente".
Ha infine concluso: "Volevo che Ammonite raccontasse una storia d'amore sentita ma cruda. Volevo catturare i sentimenti di trepidazione e gioia che caratterizzano l'amore sul nascere. Volevo sottolineare quanto può essere difficile aprirsi all'amore e rendersi vulnerabili, soprattutto quando si è segnati da dolorosi legami passato. Volevo esplorare quale significato avesse una relazione sincera per qualcuno che come Mary non solo è stata socialmente e geograficamente isolata ma che ha anche dovuto precludersi ogni sentimento, sostituendo l'affetto e l'intimità con il lavoro e il dovere".
Il cast
A dirigere Ammonite è Frances Lee, regista e sceneggiatore inglese. Cresciuto nella fattoria dei genitori tra le colline dello Yorshire, dopo aver tentato la carriera di attore, Lee - non potendosi permettere una scuola di cinema - ha cominciato ad autofinanziarsi i suoi primi cortometraggi, sperimentando le sue… Vedi tutto
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