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L'avaro

Regia di Vittorio Cottafavi vedi scheda film

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La recensione su L'avaro

di mm40
3 stelle
Arpagone è un avaro risaputo. Anche di fronte all'amore, dovendo trovare una moglie per il figlio e così pure per sè stesso, è la sua taccagneria a guidarlo.
 

La televisione italiana nasce nel 1954 e fin da subito cerca una strada personale per la realizzazione di spettacoli, dal telequiz al varietà, passando per il film espressamente girato per il piccolo schermo. Li chiamavano in realtà sceneggiati, ai tempi, e le definizioni di film tv e di fiction erano ancora ben lontane; va inoltre rilevata l'ingenua impostazione teatrale che ancora reggeva questo tipo di opere, licenziate in maniera abbastanza frettolosa in qualche piccolo studio con scenografie cartonate e costumi adeguatamente 'di recupero', portando il focus delle riprese sui dialoghi piuttosto che sull'azione, date le limitate possibilità artistiche. Naturalmente in bianco e nero, questa versione dell'Avaro di Moliere è solamente una delle quattro regie per la Rai che Vittorio Cottafavi sostenne nel 1957; anche le restanti tre erano messe in scena di testi più o meno già noti: uno di Simenon (Sette piccole croci), uno di Barrie (Via Belgarbo) e infine Hansel e Gretel, dalla fiaba dei fratelli Grimm. Cento minuti di recitazione teatrale con riprese teatrali (pochi i primi piani, le carrellate seguono solo brevi spostamenti dei personaggi), così come dal teatro provengono gli interpreti: Sergio Tofano innanzitutto, chiamato a rivestire il ruolo centrale di Arpagone, ma anche Edda Albertini, Giulia Lazzarini, Nando Gazzolo, Warner Bentivegna, Elsa Merlini, Renzo Palmer, Gigi (cioè Luigi) Pistilli e altri ancora. Ritmo bassissimo, ma all'epoca funzionava così. 3/10.

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