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The Axe Murders of Villisca

Regia di Tony E. Valenzuela vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Axe Murders of Villisca

di undying
3 stelle

Il solito esordio dietro la macchina da presa, improvvisato da un regista privo di esperienza e incapace di far fruttare un soggetto non scarso in fatto di stimoli e idee. Resta la solita casa infestata teatro di un massacro, sul modello di Amityville, ovviamente ispirato da un fatto di cronaca.

 

scena

The Axe Murders of Villisca (2016): scena

 

Villisca, Iowa. Notte del  9 giugno 1912.

Un uomo, munito di accetta, penetra nella villa della famiglia Moore uccidendo otto persone, tra le quali sei bambini. L'identità -così come la motivazione- dell'assassino non verrà mai chiarita, nonostante la dubbia confessione del reverendo Kelly (Sean Whalen).

Maryville (Iowa). Oggi.

Caleb (Robert Adamson) e Denny (Jarrett Sleeper) gestiscono sul web un improvvisato sito, nel quale pubblicano le loro ricerche su fenomeni paranormali. In compagnia di Jess (Alex Frnka) i tre decidono di accedere -tramite tour a pagamento- alla casa di Villisca, senza però riuscire a documentare alcun fenomeno. Scelgono quindi di introdursi furtivamente durante la notte, nel tentativo di rilevare qualche fenomeno spiritico. Verranno accontentati, dato che la struttura, edificata su un vecchio cimitero indiano, è causa di una manifestazione maligna che prende possesso degli ospiti, scatenando in loro una incontenibile furia omicida.

 

scena

The Axe Murders of Villisca (2016): scena

 

Debutto in regia per Tony E. Valenzuela, regista assai privo di idee (e stile) qui ispirato da un tragico multiplo omicidio (sei membri della famiglia Moore, e due ospiti, le vittime), avvenuto il 9 giugno 1912 a Villisca, cittadina dello Iowa, senza che mai sia stato possibile identificare l'assassino. A parte la tristezza dell'incipit, che pesca da un fatto reale per innestare poi una mediocre sceneggiatura sul classico tema della casa infestata, quel che ne esce è un film piuttosto fiacco. Oltre alla inutilità di chiamare -per un prodotto di così basso profilo- in causa un evento tanto tragico, realmente accaduto, Tony E. Valenzuela non ha la minima cognizione di come realizzare un lungometraggio. The axe murders of Villisca non dura nemmeno 80 minuti, risultando piuttosto ripetitivo. Sembra quasi che Valenzuela non riesca a sintetizzare con logica e coerenza filmografica i troppi spunti: il passato di Caleb come rapinatore; l'omosessualità di Denny causa di immediata antipatia per la rivale Jess; il reverendo "forse" attratto dalle bambine; il bullismo dei coetanei, attorno a un video hard online, interpretato da Jess.

 

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The Axe Murders of Villisca (2016): scena

 

I contenuti, quindi, che evidentemente erano latenti (rimanendo tali) nel soggetto, finiscono per essere azzerati anche a causa di un cattivo -per nulla armonizzato- uso del flash back. Sul piano puramente evasivo, si va di male in peggio. Una brutta fotografia, con predominanza di immagini oscurate negli interni non illuminati, non contribuisce a rendere più gradevole l'esperienza della visione. Anche se, alla fine, c'è ben poco da perdere. Resta sulla scena il solito, abusato, insieme di possessioni qui rese in maniera incredibilmente innocua, espresse unicamente tramite il timbro vocale. Assolutamente dimenticabile. 

 

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The Axe Murders of Villisca (2016): scena

 

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