Regia di Giorgio Simonelli vedi scheda film
La solita raccolta di sketch, infilati a forza senza una precisa trama su una tematica condivisa: qui si parla di coppie che scoppiano, argomento facile e classico della commedia di quegli anni. La regia esperta (del genere) di Simonelli, le musiche di Carlo Innocenzi e le firme in sceneggiatura, tante e di discreta qualità (Vittorio Metz, Ruggero Maccari, Giovanni Grimaldi, Gino Mangini, Francesco Nelli), garantiscono un risultato comunque dignitoso; la differenza ad ogni modo la fanno gli interpreti, con un cast di lusso - quasi tutti gli attori vengono dall'avanspettacolo e dal varietà teatrale e i nomi importanti si sprecano - che ruota attorno all'avvocato Nino Taranto. Ovvero: Mario Riva e Riccardo Billi, Nadia Gray, Carlo Dapporto, Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello, Lea Padovani, Bice Valori, Paolo Panelli, Tina Pica, Alberto Bonucci, Yvonne Sanson e Roberto Risso, per citare soltanto i più celebri. Se la struttura è traballante e la storia palesemente composta di episodietti non tutti riusciti, La moglie è uguale per tutti è però una visione - nei suoi limiti - piacevole e scorrevolissima. Da ricordare, infine, che la tematica al tempo era considerata persino scomoda: e infatti il divorzio viene citato quanto meno possibile e sempre in termini negativi, facendo tutto il possibile per scongiurarlo (la risposta al problema, in quel momento, era semplicemente quella di non sposarsi). 4/10.
Un avvocato specializzato in divorzi vede sfilare, nel corso di una giornata, i casi più disparati... e disperati: persino coppie che vogliono separarsi per un tradimento consumato nei sogni oppure perchè il precedente, defunto marito ancora infesta la casa dove vive la vedova...
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