Nel film Tevere corsaro, diretto da Pietro Balla e Monica Repetto, lo spazio urbano e naturale della Roma contemporanea diventa il teatro di una serie di iniziative civiche e conflitti sociali. L’opera si sviluppa lungo il fiume Tevere e nel territorio dell’Agro romano, ponendo al centro il progetto del Sentiero Pasolini, percorso ciclopedonale pensato per collegare la capitale al mare.


Il film segue un gruppo di persone che, in contesti diversi, si confrontano con ostacoli burocratici, ambientali e politici. Al centro, il rapporto tra la città e il fiume, tra spazio pubblico e interessi privati, tra azione individuale e struttura istituzionale.


Prodotto da Deriva Film, è presentato alle Giornate degli Autori 2025.

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Tevere corsaro (2025) scena

Il sentiero come orizzonte

La narrazione del film Tevere corsaro prende avvio nella primavera del 2020. Sotto un cavalcavia, Sven, norvegese trapiantato a Roma da trent’anni, e Mario, romano, tentano di liberare i resti di un ponte antico nascosto dalla vegetazione. L’obiettivo è aprire un sentiero ciclopedonale lungo la riva sinistra del Tevere, da Roma all’idroscalo di Ostia, in riferimento ai luoghi frequentati da Pier Paolo Pasolini.


Parallelamente, nella campagna della Cecchignola, Giulia e suo padre Pietro cercano di conservare l’attività agricola di famiglia. La loro azienda si trova in un’area coinvolta da un programma di espansione edilizia che prevede l’edificazione del nuovo quartiere “Colle delle Gensole”. I due rifiutano di aderire al consorzio edilizio locale e si oppongono all’esproprio dei loro terreni.


Le due vicende, inizialmente autonome, entrano in contatto, trovando un punto comune nell’idea di tutela del territorio e accesso agli spazi pubblici.

Nord e Sud nella stessa bicicletta

Sven Otto Scheen è un traduttore e cicloattivista norvegese, arrivato in Italia alla fine degli anni ’80. Ha approfondito gli scritti di Pasolini e ha contribuito alla loro diffusione in Norvegia. A Roma ha promosso attività legate alla mobilità sostenibile e ha ideato il Sentiero Pasolini, percorso attualmente attivo per circa 17 km grazie a una rete di volontari.


Il suo coinvolgimento è affiancato da Mario, figura attiva nella promozione della ciclabilità e dell’inclusione sociale, impegnato anche in progetti a favore di persone con disabilità. I due collaborano, ma il loro rapporto è attraversato da momenti di tensione e disaccordo.


Giulia
, laureata in Tecniche di Radiologia Medica, ha lasciato la carriera sanitaria per occuparsi della terra insieme al padre. L’azienda agricola è inserita nel paesaggio rurale della Cecchignola, in un’area che ha ottenuto il riconoscimento di Monumento Naturale. Il loro lavoro si sviluppa in un contesto urbanisticamente trasformato, dove l’edificazione si espande e le aree coltivabili si riducono.

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Tevere corsaro (2025) scena

La resistenza ha molte forme

Nel corso del film Tevere corsaro emergono contrasti interni anche tra coloro che si oppongono alla cementificazione. I cicloattivisti discutono se agire tramite “urbanismo tattico” o tramite il dialogo con le istituzioni. Il progetto del sentiero subisce interruzioni e rallentamenti, anche nei momenti in cui sembra avvicinarsi un riconoscimento ufficiale.


Un episodio significativo è quello del Tevere Day, durante il quale la presenza di auto della municipale impedisce il passaggio dei ciclisti lungo il percorso. Nel frattempo, Giulia e Pietro affrontano il tentativo di esproprio con l’aiuto di cittadini e amministratori locali.


Il film include anche personaggi istituzionali come Cristiana Avenali e Alessandro Lepidini, impegnati in processi partecipativi e iniziative ambientali nel Lazio. La loro presenza collega le vicende locali a un più ampio quadro di politiche territoriali.

Utopie possibili (ma non probabili)

Il paesaggio attraversato dal Sentiero Pasolini è parte della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano e conserva tracce storiche, tra cui i luoghi delle bonifiche dell’Agro pontino. Il sentiero si sviluppa lungo la sommità arginale, in aree dove l’intervento umano ha lasciato spazi marginali, spesso esclusi dalla pianificazione ufficiale.


Nel film Tevere corsaro, queste aree diventano spazi di sperimentazione e di frizione: luoghi aperti, ma allo stesso tempo vulnerabili. Il Sentiero Pasolini, pur essendo oggetto di attenzione pubblica, non risulta inserito nel Piano Strategico Operativo Tevere del 2025, che raccoglie oltre 800 progetti sul tratto urbano del fiume.


Lungo questo percorso si intrecciano esperienze diverse: l’attivismo, l’agricoltura, l’amministrazione, la memoria. Nessuno di questi elementi fornisce soluzioni univoche, ma ciascuno apre domande su accesso, sostenibilità e destino del territorio.

In fondo al fiume

Il film Tevere corsaro ricostruisce una rete di relazioni, progetti e conflitti che si sviluppano intorno al fiume e alle sue sponde. Il riferimento a Pasolini – esplicito fin dal titolo – introduce una chiave culturale che attraversa l’intera struttura narrativa, facendo del sentiero non solo un’infrastruttura fisica, ma anche una proposta di riconnessione tra città, ambiente e memoria.


La lunga lavorazione del film, interrotta dalla scomparsa del co-regista Pietro Balla, accompagna il ritmo delle azioni raccontate: lunghe, discontinue, complesse. La storia non segue un arco conclusivo tradizionale, ma restituisce un processo in corso, aperto, definito dalla durata e dalla presenza di chi ancora vi prende parte.


Disclaimer

Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di Tevere corsaro può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.

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Tevere corsaro (2025) scena

Autore

Redazione

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Filmografia

Tevere corsaro

Documentario - Italia 2025 - durata 95’

Regia: Pietro Balla, Monica Repetto