6:06 è il titolo del film, ma anche un orario. Un riferimento temporale fisso che segna l’inizio delle giornate di Leo, protagonista di un film diretto da Tekla Taidelli. Il racconto si sviluppa attraverso un viaggio tra Italia e Portogallo e si concentra su una generazione segnata da disillusione, solitudine e tensioni interiori.
Girato con una combinazione di attori professionisti e persone selezionate dalla strada, il film 6:06 nasce da un progetto che si inserisce nel percorso autoriale della regista, da anni attiva nel cinema sociale e indipendente. L’approccio narrativo e visivo si ispira a un’estetica definita dalla stessa Taidelli come “neorealismo underground”, e prende spunto da esperienze personali, mettendo al centro i temi della dipendenza, della perdita e della ricerca di una via d’uscita.
Presentato alle Giornate degli Autori 2025, sarà al cinema con LSPG Popcorn.

Leo: vivere in bianco e nero
Leo (Davide Valle), il protagonista maschile del film 6:06, ha ventisei anni e una quotidianità segnata dalla ripetizione. Le sue giornate iniziano sempre alle 6:06. Lavora saltuariamente, affronta situazioni marginali e cerca di procurarsi la dose successiva. La dipendenza da sostanze non viene presentata solo come una questione fisica, ma anche mentale: una struttura ciclica che riporta sempre allo stesso punto, senza sviluppo lineare.
Nel corso della narrazione, Leo entra in contatto con un nuovo elemento, rappresentato dall’arrivo di Jo-Jo. La sua presenza modifica l’equilibrio statico della sua esistenza e innesca una serie di dinamiche che lo mettono a confronto con le proprie abitudini e meccanismi. Il suo percorso non si orienta verso una direzione risolutiva, ma si apre a una possibilità di cambiamento.
Jo-Jo: il caos prima della quiete
Jo-Jo (George Li, vista in Mare fuori), la protagonista femminile del film 6:06, è una giovane donna francese, ventenne, con una storia personale che include un lutto recente. Parla solo francese e guida un caravan. All’interno del racconto, il suo ruolo non si configura come quello di una figura salvifica, bensì come un elemento destabilizzante. La sua presenza incide sullo schema quotidiano di Leo e introduce una relazione che non rientra nei canoni del legame romantico, ma si fonda su una connessione tra due persone segnate da vissuti difficili.
Jo-Jo, come Leo, porta con sé un senso di perdita e incertezza. Il dialogo tra i due personaggi avviene in una forma che prescinde dalla lingua comune, ma si struttura su un piano emotivo e simbolico. Il loro incontro rappresenta l’avvio di un percorso condiviso, dove la possibilità di riconoscersi sembra più importante della risoluzione dei problemi individuali.

Strade che non portano a casa
Il film 6:06 si sviluppa come un viaggio verso il Portogallo. Si tratta di un tragitto sia fisico che mentale, che tocca diversi paesaggi ma soprattutto mette in luce le trasformazioni interiori dei protagonisti. Il percorso non ha come fine dichiarato un ritorno o una meta definitiva, ma è segnato da passaggi, deviazioni e momenti di sospensione.
La fotografia di Tommaso Lusena De Sarmiento utilizza luci instabili e colori accentuati, che seguono le oscillazioni emotive dei personaggi. Il paesaggio sonoro si compone di brani di artisti della scena urban ed elettronica (tra cui Neerg, DSastro, SADHY, ICHYY, Maskk) e accompagna la narrazione in modo coerente con le atmosfere visive.
Dipendenza, perdita, identità: battaglie senza bandiere
La dipendenza viene trattata come una condizione complessa che riguarda tanto il corpo quanto la mente. Il film 6:06 si concentra su come questa esperienza si radichi nel quotidiano, nella ripetizione e nell’illusione della fuga. Non viene proposta una risoluzione netta, né un traguardo finale, ma una rappresentazione dei meccanismi interiori che accompagnano questo stato.
Anche il lutto è una presenza trasversale. Nel caso di Jo-Jo, si manifesta come un’assenza che accompagna ogni scelta; per Leo, si configura come una perdita diffusa: di legami, di direzione, di stabilità. In questo contesto, il film apre una riflessione sull’identità individuale, sulla sua frammentazione e sulla possibilità di definirsi al di fuori di percorsi preordinati.

Una grammatica visiva radicata nella realtà
La regista Tekla Taidelli sviluppa il progetto all’interno di una continuità con il suo percorso precedente, fatto di storie legate alla marginalità e alla rappresentazione di chi solitamente non trova spazio nel racconto mainstream. La scelta di lavorare con attori non professionisti e di provenienza “di strada” fa parte di una metodologia che mira a costruire autenticità attraverso la partecipazione diretta dei soggetti coinvolti.
L’estetica adottata si inserisce in un modello narrativo che privilegia l’osservazione e l’adesione ai contesti. Non vengono introdotte soluzioni consolatorie, ma viene lasciato spazio alla complessità. L’intero processo creativo si presenta come collettivo, con la partecipazione attiva della troupe, dei protagonisti e della rete produttiva, composta da realtà indipendenti italiane e portoghesi.
Non devi vincere, devi imparare a combattere
Il titolo dell’opera si collega direttamente a una delle affermazioni centrali del film: “Non devi vincere, devi imparare a combattere”. Il racconto si chiude senza cercare un lieto fine o un riscatto completo. La narrazione lascia invece aperto uno spazio dove i personaggi possono provare a riconfigurarsi, senza annullare le proprie ferite.
Il film 6:06 non propone un’esortazione alla vittoria, ma una possibilità di movimento. Una seconda occasione non come soluzione definitiva, ma come cambiamento di prospettiva. Il film si posiziona in questo spazio intermedio: tra il punto di partenza e quello di arrivo, nella corsa di chi sceglie di continuare a muoversi.
Disclaimer
Questo testo è stato redatto sulla base di informazioni e note di regia condivise dalla produzione, supportate dalla visione di interviste e materiali promozionali, ma senza avere visto il film. In alcun modo, quindi, questa presentazione di 6:06 può essere intesa come una recensione o una critica cinematografica.
Filmografia
6:06
Drammatico - Italia, Portogallo 2025 - durata 90’
Regia: Tekla Taidelli
Con Davide Valle, George Li Tourniaire, Roberto Sadhi Sersanti
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