Espandi menu
cerca
The Irishman: Martin Scorsese racconta il suo film
di Spaggy
post
creato il

L'autore

Spaggy

Spaggy

Iscritto dal 10 ottobre 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 178
  • Post 623
  • Recensioni 235
  • Playlist 19
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci sono i protagonisti di The Irishman (titolo italiano: L'irlandese), l’atteso ritorno di Martin Scorsese disponibile sulla piattaforma Netflix a partire dal prossimo 27 novembre (dopo un'uscita evento in sala ai primi del mese) e titolo di apertura del New York Film Festival, già selezionato anche per il Festival di Roma. Epica saga sul crimine organizzato nell’America del dopoguerra, The Irishman sposa il punto di vista di Frank Sheeran, veterano della Seconda guerra mondiale, imbroglione e sicario che lavorò al fianco di alcune delle figure più famigerate del XX secolo. Attraversando diversi decenni, The Irishman  racconta uno dei più grandi misteri irrisolti della storia americana, la scomparsa del leggendario sindacalista Jimmy Hoffa, e offre una monumentale passeggiata tra i corridoi nascosti del crimine organizzato, mostrandone meccanismi interni, rivalità e connessioni con la politica.

Robert De Niro, Joe Pesci

L'irlandese (2019): Robert De Niro, Joe Pesci

Basato sul libro L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa di Charles Brandt, The Irishman  conta su una sceneggiatura di Steven Zaillian e vede Martin Scorsese, Robert De Niro e Joe Pesci, tornare a lavorare insieme per la prima volta in ventiquattro anni. Scorsese ha già diretto De Niro in capolavori come Mean Streets, Taxi Driver, Re per una notte e altri ancora, mentre ha diretto entrambi gli attori in Toro scatenato, Quei bravi ragazzi e Casinò, tre dei titoli che hanno segnato la storia del cinema americano e non solo. The Irishman segna inoltre la collaborazione tra i tre e Al Pacino: sebbene abbia lavorato in precedenza con De Niro, Pacino è al suo “debutto” in un’opera diretta da Scorsese.

De Niro interpreta Frank Sheeran, il cui resoconto privilegiato e particolareggiato della sua vita da sicario conduce tra i meandri più oscuri del crimine organizzato, svelandone aspetti inediti, strutture arcane e legami con le alte sfere della società.

Al Pacino mette in scena Jimmy Hoffa, discusso fondatore e leader della International Brotherhood of Teamsters che consolidò il suo potere tra gli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento e che guadagnò notorietà e fama come il capo del sindacato più potente degli Stati Uniti. Ambizioso, affamato di potere e profondamente coinvolto in attività criminali, Hoffa fu condannato negli anni Sessanta per corruzione e frode (in un processo in cui tentò di corrompere anche la giuria). Rilasciato dal carcere dopo cinque anni e desideroso di riconquistare la gloria persa, Hoffa si oppone ai suoi antagonisti con arroganza e imprevedibilità, come The Irishman  sottolinea.

Joe Pesci è Russell Bufalino, il cosiddetto “don tranquillo”, che nasconde un vasto impero di attività criminali dietro la facciata dei suoi affari e attività commerciali in Pennsylvania. È proprio Bufalino che insegna a Frank Sheeran come muoversi negli inferi del crimine e che “benedice” l’amicizia tra Sheeran e Hoffa con sconvolgenti conseguenze per tutti quanti loro.

The Irishman conta inoltre sulle interpretazioni di attori come Harvey Keitel (è il mafioso Angelo Bruno), Ray Romano (è Bill Bufalino, avvocato al servizio di Hoffa), Bobby Cannavale (è Skinny Razor, un truffatore di Philadelphia), Stephen Graham (è Tony Pro, nemesi di Hoffa), Anna Paquin (è Peggy, la figlia di Frank), Domenick Lombardozzi (è il mafioso Anthony Salerno), Stephanie Kurtzuba (è Irene, la seconda moglie di Frank), Kathrine Narducci (è Carrie, la moglie di Russell Bufalino), Jesse Plemons (è Chuckie, il “figlio adottivo” di Hoffa), e Jack Huston (è Bobby Kennedy, rivale di Hoffa).

-----------------

IN CERCA DI QUALCOSA DI SPECIALE

Dopo aver terminato Casinò nel 1995, Martin Scorsese e Robert De Niro erano alla ricerca di un progetto su cui lavorare insieme per costruire un altro tassello della loro storica e proficua collaborazione. Hanno considerato diverse storie e preso in esame sceneggiature appartenenti a vari generi ma nulla è stato in grado di catturare la loro attenzione e immaginazione. Ognuno dei due ha poi continuato la sua strada seguendo progetti individuali e finendo, inevitabilmente, per allontanarsi per dedicarsi anno dopo anno ad altri film.

«Dopo aver concluso Casinò, ci siamo ritrovati a un crocevia», ha dichiarato Scorsese. «Abbiamo valutato progetti da poter fare insieme ma abbiamo preferito scegliere direzioni diverse, sia per motivi professionali sia per ragioni personali».

Sono così trascorsi due decenni prima che nel 2007 una storia “speciale” catturasse l’attenzione di De Niro: il libro L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa di Charles Brandt. Saga labirintica sui legami tra Frank Sheeran (sindacalista che avrebbe confessato di essere un assassino) e il crimine organizzato, il libro sembrava il veicolo perfetto per tornare a lavorare a fianco di Scorsese. «Marty ed io avevamo discusso sull’ipotesi di realizzare un film su un anziano assassino ed eravamo quasi pronti ad avviarne la produzione quando mi sono imbattuto nella storia di Brandt», ha ricordato l’attore. «Chiamai allora Scorsese e, nonostante qualche perplessità che nutrivo, gli suggerii di leggere il libro, invitandolo a pensarci su: poteva essere quella la storia che cercavamo da tempo e che dovevamo raccontare».

Con il suo titolo evocativo e lampante, L’irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa è un resoconto dettagliato in cui un sicario ripercorre le sue gesta, offrendo uno sguardo dettagliato sul crimine organizzato e sulla diffusa corruzione che dilagavano nell’America del Secondo dopoguerra regolando la vita di tutti quei mafiosi infiltrati tra le fila dei sindacati, del governo e della finanza. Il libro aveva tutti gli elementi per un “classico” di Scorsese: azione su vasta scala durante il periodo in cui la mafia si affermò negli States, protagonisti indimenticabili circondati da idiosincratiche figure di supporto, una storia di amicizia e di famiglia e un tema come quello del tradimento, foriero di terribili conseguenze.

De Niro ne mandò una copia al regista. Dopo averne letto una sola pagina, Scorsese decise che sarebbe stato il nuovo film a cui avrebbero messo mano. «Bob mi ha descritto il libro nei dettagli, soprattutto il personaggio di Frank Sheeran», ha evidenziato Scorsese. «E, quando ne parlavamo, emergeva tutta la sua emozione nel volerlo interpretare. È stato questo che mi ha convinto a occuparmi della regia: c’era un profondo legame tra l’attore e il personaggio che avrebbe interpretato, un aspetto che per un film si trasforma spesso in oro. Sapevo che se avesse abbracciato il personaggio in quel modo, tutta la storia raccontata nel libro, le situazioni vissute da Frank e le persone da lui incontrate, avrebbero preso un sapore genuino e autentico».

Robert De Niro

L'irlandese (2019): Robert De Niro

 

Il modo in cui entrambi hanno reagito alla lettura del libro è stato il fattore determinante per farne un film. Del resto, entrambi hanno da sempre condiviso molto e non solo in ambito lavorativo. Ancor prima che si conoscessero sul set di Mean Streets, hanno condiviso parte del loro bagaglio culturale e della loro formazione crescendo a Little Italy, come De Niro ha ricordato: «Sono arrivato nel quartiere in cui è cresciuto Martin, Little Italy, quando entrambi eravamo poco più che ragazzino. Conoscevo anche un ragazzo che era solito fare la spola tra il mio gruppo di amici e quello di Martin». Entrambi sedicenni quando si conobbero per la prima volta, si persero poi di vista. «Ci siamo poi rivisti anni dopo grazie a Brian De Palma - ha aggiunto Scorsese – e posso tranquillamente affermare che Bob è l’unico che appartiene al mio stesso contesto. Viene da dove vengo io. Conosce alla perfezione il mondo in cui sono cresciuto e non ho potuto fare a meno ai tempi di scegliere lui come protagonista di Mean Streets».

46 anni dopo quel loro primo incontro, è chiaro come la saga di Frank Sheeran, con le sue connessioni con la criminalità e la sua relazione con il sindacalista Jimmy Hoffa, fosse perfetta per permette ad entrambi di ritornare a esplorare quel particolare periodo delle loro stesse vite ma con un punto di vista chiaramente diverso da quello avuto dal regista in lavori precedenti. Ha detto lo stesso Scorsese: «Il mondo descritto da Brandt è qualcosa che conosco molto bene. L’ho raccontato in Mean StreetsQuei bravi ragazziCasinò e The Departed. Anche Toro scatenato ha elementi che trattano di crimine organizzato. Bob e io abbiamo oramai più di settant’anni e abbiamo una percezione diversa della vita. Siamo ora in grado di guardare all’umanità dei personaggi, all’umanità delle persone che sono vicine, leali, che si amano a vicenda e che si espongono più di quanto noi abbiamo fatto».

«The Irishman – ha proseguito il regista – parla di lealtà, amore, fiducia e infine tradimento. L’ho immaginato come un film riflessivo, fatto di persone anziane che rivedono le loro esistenze. Per certi versi, è come se fosse un film da camera. Certo, la storia ha azione, eccitazione, divertimento e quant’altro. Ha una struttura ampia ed è come una grande tela. Ma ha anche il ritmo di come pensiamo quando riguardiamo indietro nel tempo, agli anni andati».

Robert De Niro

L'irlandese (2019): Robert De Niro

 

«Frank Sheeran è un uomo uscito dalla Seconda guerra Mondiale, dove ha vissuto sulla sua pelle qualcosa come 411 giorni consecutivi di combattimenti»», ha concluso Scorsese. «Una volta a casa, deve riabituarsi dopo essere quasi morto al mondo che lo circonda, dove non sa per cosa è rimasto in vita. Sebbene abbia una famiglia per cui fare del suo meglio e lavori sodo, sa che non andrà mai da nessuna parte senza istruzione o fortuna. È allora che si imbatte inaspettatamente in persone che lo apprezzano. Dopo l’incontro fortuito con il boss Russell Bufalino, il “disaffettivo” Frank viene preso sotto la sua ala protettiva e introdotto nel suo sindacato, che fa parte del crimine organizzato dell’America del nord est, di città come Philadelphia, Pittsburgh e Detroit. Ed è così che Frank trova la sua nuova famiglia.

La storia che segue si svolge dal 1949 al 2000 e va continuamente avanti e indietro nel tempo. The Irishman si apre con un uomo di 82 anni che racconta il viaggio della sua vita partendo da un matrimonio nel 1975 per poi precipitarsi agli anni Cinquanta, ai Sessanta e ai Settanta, tornando continuamente al presente. Nonostante l’ampio respiro del racconto, il tema centrale è dato dalla relazione tra i tre protagonisti - Sheeran, Bufalino e Hoffa – e l’ambiente in cui si muovono. La cosa bella della storia è il triangolo che formano e come grazie a loro si dipanino temi come lealtà, fratellanza e tradimento».

Al Pacino

L'irlandese (2019): Al Pacino

------------------------

© 2019 Arnoldo Mondadori Editore Spa - riproduzione riservata

Ti è stato utile questo post? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati