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Massimo Dallamano e le "studentesse in pericolo"
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Massimo Dallamano e le "studentesse in pericolo"

"In fin dei conti, gli adolescenti credono di diventare adulti scimmiottando adulti rimasti bambini che fuggono davanti alla vita."  (Muriel Barbery)

 

Il cinema di genere italiano, durante gli anni Sessanta e Settanta, ha saputo adattarsi alle mode e alle correnti "narrative" temporanee, proponendo spesso tematiche simili, mascherate prima sottoforma di western, quindi di giallo, thriller, horror e, infine, poliziesco. Al fianco dei più noti registi dei vari filoni, si sono mossi - spesso in penombra, senza riconoscimenti di critica, penalizzati dagli accanimenti della censura - autori in grado di realizzare opere molto apprezzate dal pubblico. Uno di loro, risponde al nome di Massimo Dallamano (1917 - 1976), presentato da Dario Argento in questi termini: "Massimo Dallamano era milanese e, a Milano, è stato l'unico che ha filmato - sono gli unici documenti che abbiamo - Piazza Loreto, con Mussolini, Claretta Petacci e gli altri gerarchi prima massacrati a calci, presi a sputi e appesi per i piedi. Da allora si trasferì a Roma dove realizzò molti documentari e diventò direttore della fotografia. Come direttore della fotografia fece due film molto importanti: Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più di Sergio Leone. Quindi decise che la sua strada era quella di fare il regista. Realizzò dodici film, poi purtroppo morì prematuramente nel 1976."

 

Dallamano ci ha lasciati, prematuramente, a causa di un incidente d'auto, proprio quando avrebbe dovuto concludere una personale trilogia, sviluppata partendo da un unico soggetto, avviata con un giallo (Cosa avete fatto a Solange?), proseguita con un poliziesco (La polizia chiede aiuto) e conclusa con un thriller, da lui solo sceneggiato, poi diretto da Alberto Negrin (Enigma rosso). Il periodo turbolento dell'adolescenza (non solo) femminile, nelle corde dell'autore in quanto trattato - in diverso contesto e con altri obiettivi - anche nell'erotico Innocenza e turbamento o nell'horror Il medaglione insanguinato, è al centro di tre film malinconici e dal finale sconsolante. Il destino infausto di liceali innocenti, condotte sulla via del vizio e della depravazione, nei suoi film è sempre determinato dagli adulti, operanti dietro la certezza dell'impunità: ottenuta per la loro posizione economica, politica, sociale ed anche, parzialmente, per l'impotenza di una legislatura che spesso "ha le mani legate". La trilogia definita con pertinenza come "Schoolgirls in peril", di forte richiamo per il pubblico dell'epoca, è composta da titoli che rientrano nella classificazione del genere, ma al tempo stesso ne prende le distanze per la profonda sensibilità dimostrata dal regista. Dallamano non sfrutta la tematica scabrosa per mostrare nudi di circostanze o situazioni pruriginose, al contrario punta a mettere in risalto una drammatica realtà, ponendosi in difesa delle vittime e cercando di sensibilizzare lo spettatore su un argomento di rilevanza sociale, purtroppo ancora oggi attuale. Il successo di Cosa avete fatto a Solange? ha dato origine a un minifilone, con opere curiosamente ibride, via di mezzo tra giallo, poliziesco, thriller ed erotico: oltre ai titoli che compongono l'originale trilogia di Dallamano, sono almeno da segnalare  ...a tutte le auto della polizia... di Mario Caiano e Morte sospetta di una minorenne di Sergio Martino.

 

"Durante le scuole medie e superiori non credo che ci sia mai stato un momento in cui non dubitassi di me stessa o non fossi insicura continuando a cercare chi fossi. Devi superare quegli anni dell'adolescenza prima di ottenere ciò che cerchi." (Sadie Sink)

 

Moon - Kid Francescoli

 

A seguire, la trilogia "schoolgirls in peril" e i due titoli ad essa collegati (per la relative curiosità, citazioni, foto, trailer e approfondimenti, visualizzare la singola scheda).

Playlist film

Cosa avete fatto a Solange?

  • Giallo
  • Italia, Germania
  • durata 107'

Regia di Massimo Dallamano

Con Fabio Testi, Karin Baal, Joachim Fuchsberger, Cristina Galbó, Günther Stoll

Cosa avete fatto a Solange?

In streaming su Amazon Video

vedi tutti

COSA AVETE FATTO A SOLANGE? (Massimo Dallamano, 1972)

 

Inghilterra. Enrico Rosseni (Fabio Testi), docente di italiano alla "St. Mary's Catholic School", pur essendo sposato con Herta (Karin Baal) ha una relazione con una sua alunna, Elizabeth (Cristina Galbó). Proprio mentre è appartato con la ragazza, sulle rive del Tamigi, avviene un brutale delitto: vittima Hilda Eriksonn, una giovane studentessa. L'ispettore di Scotland Yard, Barth (Joachim Fuchsberger), in un primo momento sospetta di Rosseni, soprattutto quando anche Janeth (Pilar Castel), un'altra allieva dell'istituto, viene uccisa nello stesso identico macabro modo di Hilda. Siccome Elizabeth, mentre era in compagnia di Enrico, ha intravisto l'assassino, senza però riconoscerlo, presto viene aggredita a morte, mentre è sola in casa, affogata nella vasca da bagno. È allora che Enrico, aiutato dalla moglie Herta, inizia a indagare scoprendo che le giovani vittime erano amiche molto intime, coinvolte in un giro di appuntamenti a sfondo sessuale con ragazzi più grandi di loro. I pochi indizi a disposizione della polizia fanno supporre essere in azione un uomo di chiesa, ma sarà proprio Enrico a scoprire che il movente dei delitti ruota attorno a Ruth (Emilia Wolkowicz), una contadina che pratica aborti abusivi, responsabile dello straziante stato di Solange (Camille Keaton): giovane fanciulla del gruppo, regredita psicologicamente a livello infantile per il trauma subìto.

 

Massimo Dallamano, Bruno Di Geronimo e Peter M. Thouet (quest'ultimo non accreditato) sono gli autori di una bella sceneggiatura, gialla, con venature drammatiche, nella quale i protagonisti, nessuno escluso, sono immersi in atmosfere morbose e decadenti. L'adattamento cinematografico di questa avvincente storia può contare, oltre che sulla solida direzione di Dallamano, sulle malinconiche location anglosassoni (è girato in Inghilterra) e sulla splendida fotografia di Aristide Massaccesi (anche attore, in un piccolo ruolo, come agente in borghese di Scotland Yard). Primo capitolo di una serie poi definita "Schoolgirls in Peril", quasi rifatto da Alberto Negrin (Enigma rosso), Cosa avete fatto a Solange? si distingue nettamente dalla pletora di pellicole derivate dal successo della trilogia gialla di Dario Argento. È sì presente un killer che utilizza lunghi coltelli, ma la storia procede seguendo un più toccante e contemporaneo argomento, quello della sessualità precoce. Fabio Testi, pur recitando in maniera piuttosto meccanica, quasi impersonale, appare più che indicato nel ruolo, ben supportato da un gruppo di ottimi interpreti (si fanno notare, in particolar modo, Cristina Galbó e Karin Baal), ma l'attrice che più di tutti lascia il segno è la quasi esordiente Camille Keaton (compare brevemente anche in Sette orchidee macchiate di rosso di Lenzi, dello stesso anno), in un ruolo straziante, breve, privo di qualunque battuta, ma che resta impresso e che diventa una sorta di metafora della sua stessa carriera artistica: sarà presente in poche pellicole, per lo più sexploitation, destinate però a diventare di culto (dal Decameron n° 2 - Le altre novelle del Boccaccio a Il sesso della stregada Madeleine: Anatomia di un incubo a Non violentate Jennifer). Pur essendo una co-produzione tra Italia, Germania Ovest e Regno Unito, se si esclude il cast artistico, Cosa avete fatto a Solange? può definirsi opera interamente italiana, resa tale dalla stupenda colonna sonora del mai, sufficientemente, apprezzato Ennio Morricone, dalla suggestiva fotografia del citato Joe D'Amato e dall'ottima cinematografia di Luigi Ciccarese. Pellicola fondamentale nel corposo filone del giallo tricolore, che è stata restaurata in occasione della "62a mostra del cinema di Venezia" (2005).

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

La polizia chiede aiuto

  • Poliziesco
  • Italia
  • durata 90'

Regia di Massimo Dallamano

Con Giovanna Ralli, Claudio Cassinelli, Mario Adorf, Franco Fabrizi

La polizia chiede aiuto

LA POLIZIA CHIEDE AIUTO (Massimo Dallamano, 1974)

 

Il corpo senza vita di Silvia (Sherry Buchanan), una quindicenne, viene rinvenuto in una soffitta a seguito di una segnalazione anonima. La prima ipotesi è quella del suicidio ma, dagli esami compiuti sul cadavere, emergono indizi che inducono a ritenere certo trattarsi di un delitto. In questa tragica circostanza, l'ispettore Valentini (Mario Adorf), padre di una coetanea di Silvia, cede volentieri l'incarico di proseguire le indagini al collega Silvestri (Claudio Cassinelli). Nel frattempo un violento assassino armato di mannaia, muovendosi su una moto con viso coperto dal casco, si aggira per la città uccidendo diverse persone. A seguito di un tentativo, fallito, di eliminare una donna ricoverata in ospedale, emergono nastri audio utilizzati per ricattare una serie di personaggi influenti, coinvolti in uno squallido giro di prostituzione minorile. 

 

"- Every day we read or hear about brutal things that happen and which appear to have no logical exploitation. Only a faithful reconstruction of such incidents can bring to light the dramatic and disturbing truth behind them.

- Ogni giorno leggiamo o sentiamo di cose brutali che accadono e che sembrano non avere alcun senso logico. Solo una fedele ricostruzione di tali incidenti può portare alla luce la drammatica e inquietante verità che si cela dietro di essi."

(Didascalia iniziale)

 

Uno dei migliori film diretti da Massimo Dallamano (1917 - 1976). La polizia chiede aiuto ripropone un soggetto particolarmente sentito dall'autore, già ancora meglio elaborato nel precedente capolavoro del regista, dal titolo Cosa avete fatto a Solange? (1972)Dallamano per la terza volta tornerà a trattare l'argomento (solo scrivendone la sceneggiatura, essendo scomparso in un incidente automobilistico prima dell'inizio delle riprese) in Enigma rosso (Alberto Negrin, 1978). Una diversa interpretazione dello stesso tema, la offriranno poi anche Mario Caiano  (... a tutte le auto della polizia..., 1975) e Sergio Martino (Morte sospetta di una minorenne, 1975). La polizia chiede aiuto, scritto dallo stesso Dallamano assieme a Ettore Sanzò, è un esempio brillante della qualità, di altissimo livello, tipica del cinema italiano di metà anni Settanta, sotto tutti i punti di vista. A cominciare da un cast memorabile, con personaggi anche secondari ben rappresentati da attori indimenticabili (Mario Adorf, Claudio Cassinelli, Giovanna Ralli, Corrado Gaipa, Franco Fabrizi e  Farley Granger), proseguendo con una regia spericolata (ottime le scene d'azione, con inseguimenti automobilistici), per finire con la bellissima colonna sonora di Stelvio Cipriani che, pur se di recupero (era stata composta per il precedente film di Roberto Infascelli, La polizia sta a guardare, 1973), contribuisce enormemente nel rendere più emotivo e coinvolgente il clima profondamente malinconico della narrazione. Sostanzialmente il film è dunque un ottimo thriller, con risvolti da giallo classico e un prevalente registro drammatico, non privo di qualche scena d'effetto (gore e splatter) che contribuisce a rendere più avvincente la visione.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Enigma rosso

  • Giallo
  • Italia, Germania Ovest, Spagna
  • durata 85'

Regia di Alberto Negrin

Con Fabio Testi, Christine Kaufmann, Ivan Desny, Jack Taylor, Fausta Avelli

Enigma rosso

ENIGMA ROSSO (Alberto Negrin, 1978)

 

Nelle acque di un fiume viene rinvenuto il cadavere di una sedicenne, Angela Russo. Le analisi sul corpo indicano che la causa della morte è da imputare a un'emorragia, provocata dalla lesione di organi interni a seguito di un brutale stupro. Del caso si occupa l'ispettore Di Savio (Fabio Testi), che inizia a indagare all'interno del collegio Santa Teresa d'Avila, frequentato dalla vittima. Sconvolto, ma deciso ad individuare l'assassino al punto di trascurare la fidanzata Cristina (Christine Kaufmann), Di Savio si dedica senza sosta alle indagini. Scopre che le amiche, anche compagne di scuola, di Angela appartengono a un gruppo di studentesse coinvolte in un giro di prostituzione minorile. Nel frattempo qualcuno prende di mira alcuni individui, uccidendo nell'ordine: Paola (Carolin Ohrner), una compagna scolastica di Angela; un ginecologo coinvolto in aborti clandestini; Parravicini (Jack Taylor), il titolare di un negozio di abbigliamento frequentato dalle allieve. Il responsabile degli omicidi - vittime testimoni legati al giro di prostituzione - sembra essere un personaggio influente, addirittura appartenente alle forze di polizia.

 

"Corri verso la morte
la morte ti viene incontro
e tutti i tuoi piaceri
sono come tanti ieri.

(firmato) Nemesys"

(Messaggi anonimi ricevuti dalle amiche di Angela)

 

L'ultimo capitolo della trilogia avviata da Massimo Dallamano, è quello meno riuscito. Probabilmente a causa di una sceneggiatura che ha subìto svariati rimaneggiamenti, nonché al conseguente cambio di regia dovuto alla prematura scomparsa di Dallamano, deceduto nel 1976 in un incidente automobilistico. La produzione è frutto di una collaborazione tra Spagna, Italia e Germania, mentre la regia è assegnata ad Alberto Negrin, precedentemente coinvolto nella realizzazione della fortunata mini serie Tv dal titolo Lungo il fiume sull'acqua (1973). Negrin, per quanto abile e tecnicamente preparato, si trova così a dirigere l'unico lungometraggio della sua carriera, per il resto limitata a lavori (circa 35) destinati unicamente al piccolo schermo. Enigma rosso, nella manciata di titoli ispirati da Cosa avete fatto a Solange?, è quello che più si avvicina alla definizione di remake vero e proprio, con principale variante nel personaggio interpretato da Fabio Testi, attore presente in entrambe le pellicole: qui è un ispettore di polizia, mentre nel film di Dallamano indaga ricoprendo il ruolo di un professore. Girato interamente in Spagna, con maggioranza di maestranze locali, Enigma rosso non a caso presenta nel cast anche Jack Taylor, attore americano espatriato e volto presente in una lunga serie di pellicole (spesso horror e gialli) di matrice iberica. Le presenze di Christine Kaufmann (interpreta Cristina, la fidanzata di Di Savio), Helga Line e Carolin Ohrner coprono la quota di partecipazione tedesca; Fabio Testi, Bruno Alessandro e la piccola Fausta Avelli (la sorella di Angela, destinata a farsi notare per un finale inatteso e piuttosto originale), rappresentano la minima percentuale italiana. Non indifferente il contributo di Riz Ortolani, compositore della colonna sonora realizzata, originariamente, per Si può essere più bastardi dell'ispettore Cliff? (Massimo Dallamano, 1973). A livello tecnico, il film è da considerarsi in maggior parte opera di maestranze spagnole. Il paragone con Cosa avete fatto a Solange? sarebbe impietoso, dato che in questo caso la storia procede in maniera poco chiara e, nonostante il buon lavoro di Negrin, le componenti estreme (sex & violence) non possono, nemmeno lontanamente, competere con quelle presenti nel capolavoro di Dallamano. Enigma rosso rimane un giallo vagamente argentiano realizzato ormai fuori tempo massimo, quando i migliori esemplari del filone avevano già detto (e dato) il meglio che il genere potesse esprimere. Merita comunque d'essere visto per la bella fotografia (opera di Eduardo Noè), le suggestive location iberiche, la presenza d'interpreti professionali e carismatici (Fabio Testi) e una storia che, nella sua semplicità, riesce sempre a creare un forte senso di disagio, facendo sentire lo spettatore impotente di fronte al deplorevole comportamento tenuto da certi individui verso giovani, innocenti e sfortunate creature.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

...a tutte le auto della polizia...

  • Poliziesco
  • Italia
  • durata 100'

Regia di Mario Caiano

Con Antonio Sabato, Luciana Paluzzi, Enrico Maria Salerno, Gabriele Ferzetti, Elio Zamuto

...a tutte le auto della polizia...

...A TUTTE LE AUTO DELLA POLIZIA... (Mario Caiano, 1975)

 

Roma. Fiorella (Adriana Falco), figlia sedicenne del rinomato chirurgo Andrea Icardi (Gabriele Ferzetti), sparisce da casa dopo aver lasciato intendere di essere andata a trovare un'amica, sua compagna di scuola. Allarmati, i genitori chiedono aiuto alla polizia. Il capo della squadra mobile Carraro (Enrico Maria Salerno) - affiancato dal commissario Solmi (Antonio Sabato) e dall'ispettrice Altieri (Luciana Paluzzi) - inizia a indagare, scartando l'ipotesi del sequestro a scopo di ricatto. Con il supporto dell'unità cinofila, viene rinvenuto il corpo senza vita di Fiorella: uccisa con un colpo di pistola alla nuca, legata al suo motorino e gettata sul fondo di un lago. L'esame del medico legale (Attilio Dottesio) stabilisce inoltre che la ragazza era incinta. Le piste investigative procedono orientandosi verso varie ipotesi: potrebbe infatti trattarsi di un delitto passionale o, forse, essere invece legato a un giro di prostituzione minorile. Emergono infatti, dalle testimonianze di un guardone (Ettore Manni), indizi che portano a una villa, nella quale Franz (Marino Masé) organizza appuntamenti clandestini con ragazze minorenni, a base di droga e sesso.

 

"Non ho trovato sul corpo segni di endovenose. Se si drogava, non lo faceva con l'ago. La morte è stata provocata da una ferita d'arma da fuoco: il proiettile è penetrato in cavità cranica, con un foro d'ingresso nella regione occipitale e si è arrestato nella fossa cranica anteriore, al livello del tetto dell'orbita destra (...) L'esame della cavità uterina, ha dimostrato l'impianto di un prodotto di concepimento al terzo mese di gravidanza."

(Analisi del medico forense, Attilio Dottesio)

 

Versione leggermente diversa, talvolta persino originale, del tema caro a Massimo Dallamano, trattato nella trilogia "schoolgirls in peril" (Cosa avete fatto a Solange?La polizia chiede aiuto ed Enigma rosso).

... a tutte le auto della polizia... è uno dei pochi esempi di giallo perfettamente intrecciato con il poliziesco, accostabile per argomento a La polizia chiede aiuto. Trait d'union tra i due generi sono elementi ben sviluppati in sceneggiatura dai giallisti Fabio Pittorru e Massimo Felisatti, già autori dei testi alla base del serial televisivo Qui squadra mobile (1973, Anton Giulio Majano), composto da episodi autoconclusivi che ruotano attorno alle indagini di un gruppo di investigatori della squadra mobile di Roma. Per questo adattamento cinematografico della serie televisiva, Pittorru e Felisatti traggono spunto dal loro romanzo A scopo libidine, contenuto nell'antologia di racconti "Violenza a Roma" (Garzanti, 1973). Unico attore che passa dal piccolo schermo (presente cioè in Qui squadra mobile) a quello più grande, destinato alle sale, è Elio Zamuto, caratterista di punta nel poliziesco in ruoli spesso di personaggio truce e violento, come appunto quello riservatogli anche in ...a tutte le auto della polizia... È inoltre emblematico che sia della partita, in una interpretazione significativamente importante, Enrico Maria Salerno: già in precedenza protagonista, in simile ruolo, sia ne L'uccello dalle piume di cristallo (Dario Argento, 1970), che ne La polizia ringrazia (Steno, 1972), due titoli considerati in linea di principio come apripista dei due filoni italiani, il giallo e il poliziesco. Il film è suddiviso in tre atti: una prima parte focalizzata sulla ricerca della ragazzina scomparsa; una seconda che mette in rilievo, con dettagli tecnici, il tipo di rilevazioni effettuate dalla scientifica (similmente a quanto visto in Una farfalla con le ali insanguinate di Duccio Tessari); l'ultima puramente thriller e gialla, con rappresentazione di tre delitti compiuti dal killer nel tentativo di zittire i testimoni e rivelazione finale dell'identità - nonché del movente - che si nasconde dietro la mano omicida. Si tratta quindi di una storia in buona parte conosciuta, ma reinterpretata da Mario Caiano (1933 - 2015) nel miglior modo possibile, persino con uno stile personale tipico del versatile regista capitolino, un autore che ha saputo trattare con talento e ottima tecnica ogni tipo di genere cinematografico, riuscendo quasi sempre a distinguersi dalla media.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Morte sospetta di una minorenne

  • Thriller
  • Italia
  • durata 100'

Titolo originale Morte sospetta di una minorenne

Regia di Sergio Martino

Con Claudio Cassinelli, Mel Ferrer, Lia Tanzi, Gianfranco Barra, Patrizia Castaldi

Morte sospetta di una minorenne

In streaming su Amazon Video

vedi tutti

MORTE SOSPETTA DI UNA MINORENNE (Sergio Martino, 1975)

 

Milano. Il delitto dell'adolescente Marisa (Patrizia Castaldi), finisce al centro delle indagini deI commissario Teti (Gianfranco Barra), convinto che possa essere in azione un serial killer. Paralellamente Paolo Germi (Claudio Cassinelli), un poliziotto sotto copertura, ingaggia il ladruncolo Giannino (Adolfo Caruso), iniziando una personale investigazione nell'ambiente della prostituzione. Utilizzando metodi poco convenzionali Germi arriva ad individuare, negli uffici di un sindacato, la base di una banda criminale che organizza appuntamenti per prestazioni sessuali con studentesse minorenni. I clienti sono personaggi influenti, primo fra tutti il banchiere Gaudenzio Pesci (Massimo Girotti), zio di Marisa, la ragazzina assassinata.

 

"L'Italia resta la culla del diritto. E il diritto se la in culla..." (sic)

(Paolo Germi)

 

A metà anni Settanta il cinema giallo italiano stava lentamente cedendo posto al poliziesco. Uno dei migliori esempi di transizione, tra i due generi, è rappresentato dal secondo capitolo della trilogia "schoolgirls in peril", La polizia chiede aiuto (1974). Sullo stesso tema si collocano anche due diverse pellicole dirette, lo stesso anno (1975), da differenti registi: ... a tutte le auto della polizia... di Mario Caiano e, appunto, Morte sospetta di una minorenne. Dell'intero lotto, quest'ultimo è quello meno riuscito, più strano e certamente meno serio. Prodotto dal fratello del regista (Luciano) e scritto da Sergio Martino, assieme all'esperto e prolifico sceneggiatore Ernesto Gastaldi, Morte sospetta di una minorenne tratta un argomento tragico e scioccante in maniera incomprensibilmente ambigua, dato che finisce per essere un mix di generi tra loro inconciliabili. Azione, poliziesco, thriller e comico (genere dal quale Martino preleva il simpatico Gianfranco Barra, spesso in ruolo di commissario anche nelle commedie sexy). Proprio una serie di scenette ironiche, limitate al solo primo tempo, girate in puro stile slapstick (un lungo, incredibile inseguimento automobilistico alla Stanlio e Ollio, battute inverosimili, comicità fracassona) minano alla base la credibilità della storia, arrivando ad azzerare l'intero climax drammatico del film. Martino è comunque un regista di altissimo profilo, la produzione punta su un cast di validi attori, alcune scene d'azione sono realizzate in maniera impeccabile, come dimostra il vertiginoso attentato subito da Germi (Cassinelli) sull'ottovolante e tutto il secondo tempo si stabilizza verso un registro più serio, assumendo persino l'aspetto di un buon thriller. La performance di Claudio Cassinelli (che torna a dare carattere a un commissario coinvolto in una indagine simile a quella del precedente La polizia chiede aiuto), rende a suo modo meritevole di visione Morte sospetta di una minorenne, ma la delusione resta comunque piuttosto forte, anche per via della scelta di utilizzare una colonna sonora composta a chiara imitazione di brani musicali targati "Goblin", tipici dei precedenti film di Dario Argento (in particolare Profondo rosso e Quattro mosche di velluto grigio), alternata con inappropriati motivetti da commedia sexy. 

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