Chi come me ha più di 35 anni ricorda un mondo dove non c’era il telecomando. Oddio, anche un mondo senza cellulari, per un dodicenne di oggi il Paleolitico eppure … stavamo tanto bene! Non sto’ parlando del Medioevo, o di quando ci si riuniva in stalla ad ascoltare l’unico istruito della famiglia leggere I Promessi Sposi. Né serve tornare indietro al bianco e nero o a Lascia o Raddoppia. Solo trent’anni fa il telecomando era un oggetto semimisterioso. Le reti si contavano sulle dita di una mano, e ne avanzavano pure! E ad un certo orario, se ci si era addormentati con la televisione accesa, compariva quel rotondone colorato .. tramissioni finite, si riprende domattina. Il telegiornale aveva la sigletta ta ta ta .. e poi via immediatamente alla prima serata. La pubblicità stava solo fra il primo ed il secondo tempo del film, che goduria! Ed il sabato … Fantastico!
Ogni famiglia ovviamente aveva i suoi piccoli personali rituali. A casa mia, televisore unico in camera dei miei, se c’era mio padre, lo “scettro del potere” era suo e la discussione su “cosa guardiamo stasera?” azzerata. E non che le opzioni fossero migliori. A me, seduta sulla poltrona, toccava alzarmi per cambiare canale, quindi molto meglio soffermarsi su una sola scelta piuttosto che andare avanti e indietro a schiacciare quel bottoncino sotto lo schermo. Per andare dove, poi, non era dato sapersi visto che le offerte erano invero scarsine. Eppure, la vita sociale tutti davanti ad un unico televisore era decisamente più intensa. Si discuteva, ci si confrontava, si sbuffava o approvava. Io ero una bimba chiacchierina e curiosa, già da piccola interessatissima alla storia. Una passione di famiglia. Tra i ricordi più belli della mia infanzia mio padre che mi racconta la “favola” dell’allagamento delle risaie vercellesi ordinato da Cavour, oppure episodi “curiosi” come l’affondamento del Lusitania aneddoti famigliari come lo zio Stefano prigioniero degli inglesi in Africa. Sprofondata in quella poltrona marrone ho vissuto tutto un mondo di storie fantastiche, vere, verosimili e romanzate ed il cinema ne è stato una parte importante.
Più lungo il giorno o il film? La prima ora da incubo. Un po’ meglio quando cominciano i combattimenti, almeno c’era azione. E mio padre, paracadutista di leva, a raccontarmi … perché quando abbiamo sfilato ai Fori Imperiali e gridato Folgore, perché a lanciarsi da tot metri … ed io lì ad ascoltare, a capire così così … Un film che per intero credo di non aver mai visto (mi sono sempre addormentata) e che ricordo più per scene singole che per l’insieme
O questo sì che l’ho rivisto di film! Cast stellare, regia e sceneggiatura compatti, veridicità storica accettabile anche se “smorzata” dalle asperità (per me i prigionieri nei campi, anche se stranieri e politici, stavano un po’ peggio di quelli lì, comunque …). Da piccola le mie scene preferite: quando casca il tunnel sulla testa di Bronson e lo tirano fuori in qualche maniera (ero un po’ sadica) ; i festeggiamenti per il 4 Luglio, Steve McQueen in testa (ero bambina ma mica stupida! e McQueen era il più bello!); D. Pleasance prima cinguettante, poi piegato a fare documenti, il personaggio più umano.
Già dai titoli di testa fischiettavamo il tema! Alec Guinness debordante, come la schiuma densa da una bicchiere della omonima birra. Holden che a me sembrava un po’ tonto, e quella sensazione mi è sempre rimasta. E mi padre giù una bella predica sul valore della disciplina e dell’ordine! Io che non mi perdo neanche un movimento di tutta la interminabile lotta che precede lo scoppio della bomba! Guinness che capisce e non capisce, o capisce troppo tardi, o non vuole capire perché la superbia è il peggiore dei vizi capitali, quello che dannò Lucifero! Per me, un film della mia vita
Ma con un titolo così, diciamocelo, poteva non essere un successo? La scazzottata, la morte di Frank Sinatra (del personaggio Maggio diciamo …) la mitica scena del bacio tra Bur Lancaster e Deborah Kerr, che ero piccola ma già romantica. Già allora poi un mio debole per i trombettisti, Cliff che suona il silenzio (fa finta insomma ...). Purtroppo non ho più avuto occasione di rivederlo, bisognerebbe proprio.
E qui partiva sempre il solito aneddotto … io ed il Bonetti quella domenica pomeriggio scappammo dal Piamarta per andare al cinema a vederlo. Che emozione! Le prendemmo di santa ragione al rientro, ma ne era valsa la pena! Una pellicola che ho rivisto più volte e ha me piace sempre… Heston al 100% in parte, una sceneggiatura di ferro con qualche americanata di troppo, ma chi se ne frega! Belle ambientazioni, un po’ di tutto e di più, evviva l’abbondanza!
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