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FILM. TV. IT O DEL DISIMPEGNO
di Utente rimosso (Marcello Del Cam ultimo aggiornamento
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Utente rimosso (Marcello Del Cam

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FILM. TV. IT O DEL DISIMPEGNO

10 settembre (notte). Penso a una playlist sulle Torri Gemelle, l’anniversario del crollo, ci sono molti film covati all’ombra del criminale prodigioso evento (Žižek dice che se altri aerei fossero andati a colpire altri edifici, il cinema tornava geometricamente estetizzante ai Lumière – dai treni agli aerei, from earth to the sky; c’è mai stato un attacco aereo, si chiese Guattari?, i morti, tremila morti, chi li ha visti, la scomparsa dei cadaveri fu operazione di occultamento di massima igiene, se non vedi abbi dubbi, quella roba lì scaturisce dal ventre obeso di operazioni tipo il Fantasma di Harlot, infatti se lo chiese Norman Mailer prima di partire verso il paradiso dove i duri non ballano).
 
Va be’, mi dico, qualcuno se lo ricorderà questo 11 settembre, mica posso fare il memento mori di filmtv, tempo fa c’era un utente (un’utente) che gli buttavano i pesci in faccia se scriveva di terremoti, maremoti, sciagure, ricorrenze e morti, gli utenti si mettevano le mani alla patta (e corna, staffe di cavallo) nemmeno si trattasse di quei nomi che portavano iella (ah miserabile credenze degli uomini che portarono a morte la Mia Martini, per fortuna non si diedero al suicidio altri supposti iellofori, il grande Mario Praz che quando lo nominavi dovevi dire ‘sai, quello che ha scritto La carne la morte e il diavolo nella letteratura romantica, edizioni sansoni’, quello che il cielo ti invia segni di vindici rogne solo se lo nomini; no!, Mario Praz a me non mi ha portato sfiga, la sfiga è un regalo che ti fai da solo; insomma, pare che Mario Praz, aperta una conferenza sul liberty, dall’alto del plafone della sala, rise al crollare d’un lampadario sulle cotiche dei presenti e da allora fu lui medesimo preso a segnacolo di pericolo imminente… chiusa parentesi).
 
L’11 settembre, niente, filmtv è orfano di omaggi, mi chiedo se è il caso di scrivere qualcosa al levar del sole, chessò, L’uomo che cade di De Lillo (lo scrittore ispirato dal precipitante dalla finestra di una delle Torri, sì, lo ricordate, l’uomo volava giù vertiginosamente, trattavasi, mamma mia!, di un puntino a vederlo e invece era uno che cercava morte per fracassamento d’ossa, sceglieva questa invece del fuoco, poveretto!)
 
Niente 11 settembre ma una nidiata di playliste proprio play (da giocarci), indovinelli, vuoi cambiare il passato prossimo col futuro?, un bacio a chi lo dai, mancava solo son fiorite le rose in Valtellina. Disingaggiati gli amici, niente si fottevano del presente che avanza maldestro, prepotente e stronzo sugli scudi del ras italiano che, in combutta, con l’ottentotto libico, ardisce (e ordisce) a nuova Italia di foresto ostello.
 
Pace. Neghittosi si negano all’attualità, ma – dico io – un pensierino sul Bonanni al fumogeno potevasi fare: quel togo lì, invitato da supponenti sedicenti festaioli della sinistra, si appresta a tirare cazzate, quand’ecco che un fulmine lo coglie, provvidenziale, amico dei lavoratori, il fulmine e non vuoi che lo stato maggiore dei poteri associati destra/sinistra se la prendono con chiunque non sia legato al carro sindacale che fa strame dei diritti dei lavoratori? Ma dove siamo finiti, a Kakania? Arriva un comunicato ai miei occhi stanchi di visioni ducesche e bofonchiamenti aterosclerotici leghisti, eccolo:
 
COMUNICATO STAMPA. La sezione torinese del PCL esprime piena solidarietà alle compagne e ai compagni che alla festa del PD hanno impedito di ragliare a Bonanni, servo dei padroni alla ricerca di platee compiacenti.
 
Su filmtv regna la pace, qualcuno è garrulo, ha indovinato la cinquantesima coppia cinematografara (mariti e mogli attori/attrici) nei medesimi film, evviva, altri hanno smesso di numerare gli ascensori nella storia universale del cinema da Tesla a Tomai Pitinga. Tutti felici si apprestano a leggere l’autobiografia a puntate di un genio in provetta, io ti do l’utilità, tu la dai a me, facciamo un girotondo intorno al mondo.
 
Poi accade che i cineregisti muoiono a grappoli: mi domando se sia il caso di scrivere un’omelia per Clive Donner, insomma un Ciao Pussycat uno se lo ricorda, c’era Ursula Andress, il primo vagito di Woody Allen, la Tom Jones song, una fantasmagoria più seassantottarda che mai, come tacere di Donner, non è giusto. Qualcuno si ricorderà e scolpirà una devota play!
 
No, nisba, gli ascensori sono arrivati a cinquantatrè, nessuno baratta il futuro con il preterito, donne vere si affacciano alla ribalta ed io confabulo senza avere l’ardire di dire di Donner. Ci penserà filmtv nel numero di oggi.
 
Intanto, inumato da dieci giorni il cadavere di Piero Vivarelli, non una noticina apparve nelle finestre del sito che non ha più cervel (Battiato concede un’inversione di rotta), eppure ai trashomani toccava delineare il ritratto del vegliardo che da Salò X Mas, finita la guerra, si traghettò armi e bagagli dentro il P.C.I. e fu amico di Cuba Libre e poi canzonettaro di ventiquattromilabaci, mentore di Celentano, cineasta di soft Dio serpente e affini, cinema ritapavonesco, ecc (segni di pratiche basse per l’emancipazione progressiva), un guastatore, un novantenne che posò nudo le chiappe vizze in un coraggioso raffronto tra glamour imperante ed esibizione del transitare del tempo sui corpi ai moribondi.
 
Questo è il Paese d’o sole, d’o mare, qui si fanno fuori i trans, si perseguitano i migranti, si uccidono i sindaci che mettono i bastoni tra le ruote insanguinate di camorra, qui ‘siamo tutti amici’ tartaglia il grande Tino Scotti nella Strategia del ragno.
 
Bene, ho un ascensore da aggiungere, un no secco al mio passato, morti Corneau e Chabrol se ne fanno altri.         

Playlist film

United 93

  • Drammatico
  • Francia, Gran Bretagna, USA
  • durata 105'

Titolo originale United 93

Regia di Paul Greengrass

Con J. J. Johnson, Lewis Alsamari, Gary Commock, Trish Gates, Polly Adams, Cheyenne Jackson

United 93

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