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Le bellissime gambe di Sabrina

Regia di Camillo Mastrocinque vedi scheda film

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La recensione su Le bellissime gambe di Sabrina

di mm40
3 stelle

Di una rapina in Germania rimane solo un indizio: un paio di gambe femminili con sette nei che formano la costellazione dell'Orsa minore. Scattano così le ricerche in tutta Europa. Il fotografo pubblicitario Teo, intanto, immortala gambe per uno spot, fra cui naturalmente un paio che corrispondono all'identikit della ricercata.

 

Commediola farcita di belle presenze femminili, leggera leggera, ma ben confezionata da validi artigiani. Camillo Mastocinque, per cominciare: regista solitamente dozzinale, capace di sfornare 3 o 4 pellicole all'anno, ma anche di lavorare dignitosamente con pochi mezzi, come in questo caso. E poi Alvaro Mancori, direttore della fotografia; Lelio Luttazzi, autore delle musiche; Roberto Cinquini, montatore; tutti nomi che vanno ad aggiungersi a quelli delle 'seconde linee' che recitano, interpreti di fama minore rispetto alle star del momento, ma non per questo inadatti alla situazione: Mamie Van Doren, Raffaele Pisu, Enrico Viarisio, Antonio Cifariello, Rossana Martini sono i principali, e c'è anche un cameo delle sorelle Kessler, ancora distanti dalla celebrità che donerà loro la carriera sulla tv nazionale (cui approderanno soltanto nel 1961, con la trasmissione Giardino d'inverno, regia di Antonello Falqui). Si respira l'aria di coproduzione fra Italia e Germania (ovest), complice anche l'ambientazione iniziale della storia; la sceneggiatura di Edoardo Anton e Marcello Fondato proviene da un soggetto di Piero Pierotti e dal susseguente trattamento di Vittorio Metz. Per Mastrocinque questo era il quarto film a uscire in quell'anno. 3,5/10.

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