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The Paradise Suite

Regia di Joost van Ginkel vedi scheda film

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La recensione su The Paradise Suite

di OGM
7 stelle

A metà tra il paradiso e l'inferno vive un mondo né buono né cattivo. Solo stancamente tragico, in cui si muore, si sbaglia, si torna indietro, si chiude il discorso. E non c'è niente da fare.

La stanza di un locale a luci rosse è il centro del mondo. Lì si incontrano nord e sud, est e ovest. Non è il solito incrocio di destini, ma una fortuita convergenza di volontà moralmente sbagliate, per quanto umanamente necessarie. In quel luogo, sotto l’egida della nota banalità del male, ci si nasconde, ci si vende, mentre, fuori da quella trappola,  altre persone “libere” sono ugualmente schiave, prigioniere di un vuoto impossibile da riempire: sono anime perse che cercano e non trovano, oppure scappano via,  senza una vera meta, senza un preciso significato da realizzare.  L’emigrazione è spesso una corsa nel nulla, la fuga da un dramma che approda ad altre, inattese e sconosciute forme di tristezza. Anche la corsa alla felicità finisce male, si smarrisce, si impantana, si dissolve nel nonsenso della propria vanità. Così naufraga la madre che lascia il suo Paese per dare la caccia all’assassino del figlio, ma anche quella che abbandona il suo bambino per inseguire il successo. Errare è doppiamente sinonimo di sbagliare. È un camminare in un buio in cui i passi si annodano. Così il mito della bellezza finisce in pasto alla mostruosità: come in una orribile fiaba, la fanciulla innocente è costretta a prostituirsi, e il gigante buono finisce anche lui in un bordello. L’ombelico del mondo è un piccolo abisso dal forte risucchio. Un vortice osceno, che ruota avidamente su se stesso, con una forza centrifuga che piano piano, senza farsi notare, cattura tutti nel suo gioco perverso. L’evasione è una salvezza che si paga a caro prezzo, attraversando un incubo dal quale ognuna uscirà cambiato, definitivamente compromesso, morto o trasformato in un nuovo essere col quale sarà difficile convivere. Il presente serve solo per imprimere sul futuro il sinistro marchio a fuoco del passato. Quel segno è la ferita di una guerra che non è mai finita, e che continua a fare male, anche se i giornali hanno smesso di parlarne, o magari non se ne sono mai occupati. La cronaca ignora i sanguinosi postumi del conflitto nei Balcani, ed anche il terrore del ragazzino solitario e incompreso, vittima della crudeltà dei compagni di scuola.  Ci sono tante storie che nessuno racconta. Succedono nelle serre dove gli immigrati africani preparano mazzi di rose. O nei miserabili alloggi in cui fanno da mangiare e vanno a dormire, sotto la costante minaccia dei loro padroni di casa. In fondo è così fastidiosamente banale parlarne: il solo riferimento puzza di retorica, di frase fatta, di squallore confezionato a effetto da un impegno trito, che ha ormai imboccato il languido tunnel dello stereotipo. La soluzione ideale è tacere. Costringere rozzamente  a vivere le situazioni, anziché invitare cerimoniosamente ad ascoltarle. Questo film fa a pezzi la sintassi narrante, per poi raccoglierne le briciole o gettarle nel cupo mulinello della casualità: una girandola non propriamente diabolica, solo infingardamente votata all’assenza di principi, all’istinto, alla necessità, alle voglie che si improvvisano e che quindi si trattano per quelle che sono. Si direbbe che l’uomo trasfonda agli eventi la sua mancanza di genialità: alla fine del giro i capi dei fili combaciano per pura inettitudine, per l’incapacità di tenerli lontani, di renderli liberi e farli volare. La matassa si affloscia, orfana del garbuglio che le assicurava una forma, che la faceva sentire importante. Il paradiso è imploso, come una bolla di sapone, come l’ombra terrestre dell’Eden che è solo la condanna ad essere eternamente espulsi, da ogni sogno, da ogni riparo, da ogni fragile guscio in cui crediamo di poter ricevere calore e protezione.

 

The Paradise Suite ha concorso, per i Paesi Bassi, al premio Oscar 2016 per il miglior film straniero. 

 

scena

The Paradise Suite (2015): scena

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