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AnnA

Regia di Giuseppe Marco Albano vedi scheda film

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La recensione su AnnA

di maghella
8 stelle

AnnA è un piccolo corto di soli 16 minuti, che potrebbe aprire benissimo la strada ad un film più lungo e completo.

Il frammento di due storie di donne apparentemente molto diverse, ma che condividono un momento della loro vita complicato: la gravidanza.

 

C'è una Anna operaia in una vetreria che vive in maniera molto modesta insieme al suo compagno. Fa il test di gravidanza in un momento di pausa al lavoro, nel bagno della fabbrica, la delusione dipinta sul suo volto non è quella di un risultato negativo ma di quello positivo. Incinta.

Darà la notizia al suo compagno durante una cena improvvisata in casa, con un sushi comprato al supermercato, che scimmiotta in modo soddisfacente la moda del momento.

 

Come faremo?” chiede Anna al suo compagno durante una passeggiata in riva al mare. Un lungo abbraccio è l'unica risposta (e forse l'unica sicurezza) con il quale il compagno tranquillizza Anna.

 

La seconda Anna è la titolare della vetreria nella quale lavora la prima Anna. Donna più matura, sicura di sé, dirige con lucida freddezza il team di donne che ha sottoposte.

Non ha si fa troppi problemi nel far firmare il foglio di dimissioni in bianco alle giovani operaie assunte (“sai? Anche noi dobbiamo tutelarci in qualche modo!” dirà con un sorriso “materno” alla perplessa ragazza, che ovviamente firma... che altra possibilità può avere?).

Ha un amante che la porta in un ristorante dove viene osannata la salsa piccante wasabi, quella che si mette sul sushi.

Commenta la crisi di oggi. “un brutto momento, mi stanno tutti addosso, tasse, sindacati...”, “fai passare questo momento, sono tutti preoccupati per il futuro”, le dice il suo amante mentre si versa del vino.

“...mi fanno ridere” dice Anna “si preoccupano del futuro senza avere un presente.

 

Le immagini che seguono la seconda Anna non la mostrano più tanto sicura, anzi pare impaurita.

Il suo amante non le risponde al telefono e viene mostrato mentre è con la sua famiglia.

Anche la seconda Anna fa il test di gravidanza nel bagno della fabbrica, anche lei nonostante il suo “ottimo” presente non riesce a vedere un futuro per sé e il suo bambino.

 

Il finale è poetico e molto commuovente, una fusione delle due storie.

 

Mi ha colpito molto questo corto, intanto per le due storie che si legano anche nel titolo: “AnnA”, poi per la tematica tutta al femminile. L'attenzione per un momento difficile che un certo tipo di lavoro, quello delle donne soprattutto, sta vivendo. La paura di non poter portare avanti una gravidanza per motivi economici nel caso della prima Anna, per situazioni personali per la seconda, rendono le due donne vulnerabili e fragili... il finale apre ad una visione positiva: una volta nati i bambini le cose possono prendere il volo, essere diverse... ma la tensione di sapersi incinta quando questo non era previsto rimane quasi sempre un problema al femminile.

 

Fare il test di gravidanza nel bagno del posto in cui si lavora è il tipico segno di alienazione verso la possibile nuova situazione che si può creare. Un bimbo non voluto, non cercato, che si deve collocare in una vita che non l'aveva programmato, non è una notizia che si vuole avere nell'intimità della propria casa.

 

Inoltre la scena in cui viene fatto firmare il foglio delle dimissioni in bianco alla giovane operaia, implica che molto probabilmente una gravidanza metterà in pericolo il prezioso posto di lavoro della prima Anna. La seconda Anna? Lei che si sentiva sicura del suo presente come lo vedrà il suo futuro come donna single con figlio? Forse la crisi per lei comincia ora.

 

Davvero molto interessante e bello, lo consiglio e spero che ne venga fuori un lungometraggio al più presto.

Bravi gli attori, tutti, dai protagonisti alle comparse.

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