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Recuiem

Regia di Valentina Carnelutti vedi scheda film

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La recensione su Recuiem

di Decks
6 stelle

Uno dei più grossi pregi di questo cortometraggio di Valentina Carnelutti risiede sicuramente nel titolo: non solo invitante, ma capace di trasmettere il significato dell'opera e i temi affrontati anche solamente dalla sua lettura. Una parola errata grammaticalmente, che ci fa venir in mente il mondo infantile e sgrammaticato, ma anche immagini funeree di estremo saluto. Tutto questo esclusivamente leggendo un'intestazione, ed è doveroso dire che sono ormai pochi, i corto(e lungo)metraggi, capaci di trasmettere simili pensieri esclusivamente da questo.

 

Una volta iniziato, è sicuramente la regia quella che salta più nell'occhio: il voler non solo trattare, ma carpire il punto di vista bambinesco è ricercato anche nei movimenti di camera, tenuta ad altezza tavolo e mossa in primi piani di infanti il cui unico scopo è giocare, o tentare di fare i grandi; queste ultime azioni in particolar modo assumono aspetti drammatici nella seconda metà del film, con quella macchina da presa che segue passo, passo bambini, che si trovano loro malgrado in situazioni troppo grandi di loro. Il tema non è innovativo, ma è tutto condito con stile e originalità (due aggettivi che da troppo sono assenti nel panorama italiano).

Anche la fotografia è ottima, ed è forse l'aspetto più riuscito del cortometraggio: riesce perfettamente a dar vita, grazie a chiari-scuri ben posizionati, il clima e i pensieri che ronzano attorno ai due ragazzini, fratello e sorella, ma in particolar modo intorno a quella camera ardente, che non solo brucia per nitidezza di colori caldi (quali i gerani), che assume un senso di beatificazione e di favola grazie ad un bianco che, non solo sfavilla, ma risplende quasi accecando rendendo una semplice mamma quasi una dea vergine adagiata sul suo letto di fiori. L'aspetto  favolistico è poi riscontrabile in tutti i 20 minuti di durata complessiva: dalla principessa addormentata, al principe e ad un'anziana (una specie di fata) nei quali la Carnelutti ha la buona idea di non cadere nella classica fine sdolcinata, ma in qualcosa di più maturo. La speranza, del pubblico e dei figli, è che tutto si risolva grazie all'arrivo di qualche magia o incantesimo, ma siamo nel mondo reale, e l'ultima inquadratura su un vicolo malfamato toglie qualsiasi dubbio su un possibile finale da fiaba.

 

Se però il metodo di narrazione favoleggiato, funziona sotto l'aspetto tecnico e immedesimativo per lo spettatore, le sceneggiature che si adeguano ai piccoli protagonisti del film non è proprio ben riuscito. Bambini che dicono poco o niente, a favore di una maggiore profondità, ma anche gli adulti non sono dotati di un vasto sillabario, anzi, si punta sul non detto, finendo per far risultare abbastanza pesante nel suo procedere la pellicola, facendo svanire tutti quei bei simboli favolistici che contrastano riprese ed espressività importanti e sentiti, a volte addirittura troppo solenni. Non aiuta certo nel trascorrere della trama, che nonostante la messa in scena sia ottima, non conquista dal lato dell'intrattenimento. Il tutto accompagnato da un sonoro, che proprio come le sceneggiature e alcune riprese vuole essere significativa e importante, ma non riesce nel suo obbiettivo di stupire lo spettatore o di risultare originale, rimanendo comunque orecchiabile.

 

Nonostante voglia far apparire eccessivamente maestoso il contenuto, il risultato è buono, riesce perfettamente nel suo intento, dimostrando ancora una volta che il cinema d'autore in Italia tutt'oggi esiste e può ancora dire la sua. Il voto giusto per quest'opera sarebbe 6.5, che non esistendo nel sistema di voto arrotonderò per difetto, ricordando ancora una volta che è sempre meglio questo, della maggior parte di cinema made in italy, che esce nei nostri cinema, con l'unica insopportabile differenza, che "Recuiem" è pressoché sconosciuto, gli altri no.

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