Espandi menu
cerca
Titeuf - Il film

Regia di Zep vedi scheda film

Recensioni

L'autore

mc 5

mc 5

Iscritto dal 9 settembre 2006 Vai al suo profilo
  • Seguaci 119
  • Post 1
  • Recensioni 1059
  • Playlist 57
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Titeuf - Il film

di mc 5
8 stelle

Un piccolo ma grandissimo film. Forse sto esagerando, ma il punto è che questo "filmetto" mi ha fatto ridere (e sorridere) come da tempo non mi capitava al cinema. "Titeuf"è il protagonista di storie a fumetti che pare in Francia siano popolarissime e dunque in patria il successo della pellicola era scontato, sfruttando l'onda di un successo popolare già conclamato. Qui da noi invece, dato che il fenomeno è inesistente, sono indotto a pensare che il film verrà praticamente ignorato. Che poi, c'è un altra cosa da dire riguardo al "senso" di questo personaggio e del mondo ideale in cui il suo bravissimo autore ZEP lo ha collocato. Si tratta di un buffo ragazzino dal naso a patata (sulla cui testa rasata spunta un curioso ciuffo biondo) che esprime mille interrogativi su tutto quello che attiene all'universo degli adulti, dai rapporti di coppia ai sentimenti e al sesso. E lui, piccolo bambino che si sta affacciando sull'adolescenza, percepisce con inquietudine mista ad eccitazione i molteplici risvolti di questo cambiamento in atto, sia negli aspetti affettivi che -maldestramente- in quelli ormonali. Questo per dire che il fumetto in questione (almeno a giudicare da quanto si può vedere nel film) pare poter essere fruibile con maggior consapevolezza dagli adulti. E proprio a questo proposito va rilevato che, almeno qui dalle mie parti, il film è programmato per lo più solo al sabato e alla domenica e sempre in orario pomeridiano, alla stregua di un cartoon destinato al pubblico dei bambini. E infatti, proprio sotto questo aspetto -quello del target- avrei qualche dubbio, posto che il tipo di intrattenimento portato avanto da "Titeuf" non è esattamente quello "piacione" a base di gag compiacenti che caratterizza le produzioni Dreamworks. Ma siamo anche mille miglia distanti dal pop sofisticato targato Pixar. Insomma, sintetizzando al massimo, potremmo dire che abbiamo a che fare con un'animazione (rispetto ai due colossi citati) molto più elementare, apparentemente più volgare, ma in realtà dietro a certe situazioni piccanti e a un linguaggio spesso esplicito e diretto c'è un'intelligente operazione di critica sociale e di costume che, per sua natura, non è alla portata del pubblico più giovane. Quest'ultimo può però probabilmente cogliere con soddisfazione il realismo di una certa impostazione di vicende e personaggi legati alla realtà scolastica e alle emozioni dei primi contatti con l'altro sesso. Quello che intendo dire è che i bambini più smaliziati hanno materiale in abbondanza per divertirsi. In ogni caso, se un adulto si lascia andare al mondo di Titeuf, posso garantire un indiscutibile effetto "serenità + benessere", magari affidandosi a gag talvolta un pò sopra le righe, ma chi se ne importa se poi il risultato è sanamente liberatorio. Ma tengo comunque a chiarire che la parola "volgare" (sopra utilizzata) non deve essere fraintesa: diciamo che certe situazioni "adulte" vengono filtrate da Titeuf e dai suoi amichetti attraverso uno schermo di beata ingenuità che è poi alla base del meccanismo umoristico del film. Ci si potrebbe chiedere a questo punto quale sia il vero livello di un prodotto come questo. Beh, di certo -e lo abbiamo già detto- qui non siamo di fronte nè all'entertainment de luxe della Dreamworks nè tanto meno alle pretese liriche-umanistiche della Pixar. Ma ciò detto, sarebbe un errore trattare "Titeuf" alla stregua di una sorta di instant-movie che fotografa un successo popolare di carta già pre-esistente. Qua il punto centrale è il realismo. Niente favole, niente simboli, niente allegorie. Solo vita reale. Personaggi forse un tantino enfatizzati nelle loro caricaturizzazioni ma pur sempre appartenenti ad una realtà quotidiana: coniugi in crisi, dialoghi non sempre agevoli tra genitori e figli, adolescenti che percepiscono sommovimenti ormonali prossimi a venire, piccole gelosie e dispetti tra adolescenti che si affacciano alla vita adulta. E' chiaro il tentativo da parte di ZEP di interpretare i sogni e le fantasie di questi ragazzini e della loro specialissima (ingenua ma anche spietata) visione della realtà. E se si parla di fantasia non si può non citare la sequenza forse più suggestiva del film, quella in cui vediamo entrare nello scompartimento di un treno su cui Titeuf sta viaggiando una sorta di "cavaliere vagabondo" armato di chitarra che intona un malinconico blues: si tratta di un affascinante personaggio costruito sulle fattezze di Johnny Hallyday, e a cui lo stesso artista francese ha prestato la voce. Ma poi la cosa più gustosa sta nel seguire i pensieri e i concetti attraverso i quali Titeuf interpreta le azioni degli adulti. E qui assistiamo anche a momenti che oscillano tra il comico e il tenero: basta pensare alla fibrillazione a cui uno sconsolato Titeuf è sottoposto impotente di fronte alla crisi del matrimonio dei genitori, novità questa che lo coglie impreparato, tra lo stupefatto e l'affranto. E infine c'è poi la "galleria degli orrori" degli amichetti di Titeuf, e qui mi sono lasciato andare, senza nemmeno provarci, a trattenere le risate. Un piccolo gioiello ma di luminosa bellezza. Un film spassoso come pochi.


Voto: 9

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati