La recensione su Fear Itself: La bestia

di undying

3 stelle

Uno dei peggiori episodi della serie horror "Fear itself".

Wiilbur (Wendell Pierce) vive felicemente sposato con la fedele moglie Patty (Paula Jai Parker), dalla quale ha avuto l'adorabile figlio Oliver. Non dà troppo peso alle continue informazioni, divulgate dai notiziari televisivi, su una serie di delitti la cui attribuzione è incerta: per alcuni investigatori sarebbero stati commessi da una belva feroce, per altri da un serial killer soprannominato "la Bestia". Di buona indole, vegetariano, si occupa con cura degli animali giunti nel suo studio veterinario in gravi condizioni di salute. Un giorno viene morso da uno strano cane, tenuto in custodia per essere stato investito da una macchina. Scopre lentamente di essere stato contagiato da un "lupo mannaro" e quando i suoi collaboratori iniziano a morire, sospetta di esserne il responsabile.

"Dottore, lei riesce a capire gli animali come fosse uno di loro."

(Mikayla, l'assistente di Wiilbur)

Fear itself - La bestia: scena

Inguardabile episodio della serie televisiva "Fear itself", sceneggiato con la mano sinistra da Max Landis (figlio del più celebre John) e diretto senza troppa partecipazione da Ernest R. Dickerson, regista all'opera solo per lavori destinati al piccolo schermo tranne pochissime eccezioni, tra le quali si ricorda giusto Il cavaliere del male (1995), che resta anche il suo migliore lungometraggio (seppur sempre una derivazione dai "Tales from the crypt"). Landis tenta di trattare l'argomento della licantropia in chiave ironica e in un contesto di emarginazione sociale circondato da tanto auspicabile quanto poco credibile buonismo (lupi mannari vegetariani, veterinari neri con famiglia idilliaca, animalisti convinti). Su questa linea ideologica, che si deve certamente condividere, si sviluppa un esempio significativo di come una storia non dovrebbe essere sceneggiata e tantomeno diretta. Brutta fotografia, riprese statiche, dialoghi superficiali, scontati effetti speciali e un finale degno di un cartone animato alla Willy Coyote della "Looney tunes".