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Joe

Regia di David Gordon Green vedi scheda film

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La recensione su Joe

di FilmTv Rivista
7 stelle

Tye Sheridan

Joe (2013): Tye Sheridan

 

Il sud degli Stati Uniti è un mondo a parte, un universo dove l’irruenza della natura è pari solo a quella degli uomini e la legge del taglione è più efficace degli sceriffi locali. Gary ha 15 anni e si è appena trasferito in una cittadina southern soggiogata da polvere e rancori, dove un ex galeotto molto male in arnese gli offre un lavoro e, dal primo istante, una figura paterna di riferimento che eclissa quella del padre ubriacone e bastardo. L’eroe eponimo, voce roca, tatuaggi ingombranti, solitudine esiziale, ha il volto di un Nicolas Cage nella sua poco frequentata ma ottima versione di interprete in sottrazione: gli occhi stanchi di chi ha già visto troppo schifo, e preferirebbe non alzarsi la mattina per vederne altro. Eroe controvoglia, padre per vocazione, è un personaggio dal nitore morale roccioso, sbucato da un tempo arcaico di cowboy col cuore d’oro, che anziché a cavallo si sposta sul pick-up più sgangherato di tutto il Texas.

 

Tye Sheridan, Nicolas Cage

Joe (2013): Tye Sheridan, Nicolas Cage

 

Joe, per Gary, diventa un amico e un modello, l’unico che abbia mai avuto nella sua breve ma già miserevole esistenza; il tipo di mentore che non può dirti granché su come stare fuori dai guai, ma sa insegnarti a sopportare il lavoro duro e a mettere su la “faccia addolorata” per le femmine. Il loro legame è antico come il mondo, viscerale come l’assenza dei padri che informa tanto cinema americano: sul volto del giovane e bravissimo Tye Sheridan (in sala in questi giorni anche con Mud, per Joe insignito a Venezia del Premio Mastroianni) passano i lividi e i sorrisi di una spietata iniziazione alla vita. Dalle botte del padre, dalle faide letali in cui Joe è impantanato, imparerà sulla sua pelle, letteralmente.

 

David Gordon Green

Joe (2013): David Gordon Green

 

David Gordon Green, ragazzone dell’Arkansas capace di passare dalla lirica malickiana (George Washington) alla commedia demenziale (Lo spaventapassere) e ritorno, orchestra una ballata virile e autunnale, segnata dalla morte (di mestiere Joe avvelena gli alberi deboli, per ucciderli e piantare virgulti più robusti) e dall’avidità, dalla grettezza umana e dall’istinto di sopravvivenza. Tornando alle atmosfere dei suoi primi lavori, ammanta la miseria delle sue anime perse di una malinconia quasi elegiaca, trasforma l’incontro brutale con una prostituta in ballo tribale di forze primigenie. Mette davanti all’obiettivo facce prese dalla strada (l’attore non professionista che interpreta il padre degenere di Gary era un homeless, morto a Austin poco dopo le riprese) sporcando di umanità un racconto dal respiro classico, che adatta il grezzo sud di Larry Brown, autore del romanzo omonimo, con un occhio all’epica di Eastwood: in fondo, è un Gran Torino in salsa southern.

 

Tye Sheridan, Gary Poulter

Joe (2013): Tye Sheridan, Gary Poulter

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 38 del 2014

Autore: Ilaria Feole

 

 

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