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Odessa

Regia di Leonardo di Costanzo, Bruno Oliviero vedi scheda film

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La recensione su Odessa

di zombi
7 stelle

sul viso del comadante si legge tutta la storia di una nazione che non esiste più e di una flotta fallita col fallimento dell'utopia comunista, la cui nave ODESSA, fiore all'occhiello, ancorata nel porto di napoli a marcire. sul viso del capitano che è capitano del simbolo di un fantasma, si legge a chiare lettere la disillusione di essere stati mandati con la promessa di rimanere pochi mesi e invece sono rimasti prigionieri di una nave, di un'utopia e di una compagnia falliti miseramente con il cambiamento dei tempi. nel frattempo due componenti dell'equipaggio sono morti, e sopravvivono grazie alla benevolenza e alla generosità della gente. 

perchè l'equipaggio non percepisce paga e alla fine della loro odissea, il tribunale riconoscerà loro una somma di meno di 20.000 euro per i 5 anni sospirati su quel maledetto overlook hotel galleggiante. alla vedova di anatolii, l'ultimo a morire appena prima di essere ritenuti liberi di tornare via terra alle loro famiglie, verrà riconosciuto un indennizzo di euro 889 e 75 centesimi.

citare anche i centesimi è importante perchè si monetizza in spiccioli e in difetto, l'immobilizzazione di nove uomini in una polverosa bolla spazio-temporale dove i fatti più eclatanti sono gli incontri con gli avvocati. era un vanto essere marinai della nave odessa. ma poi l'unione sovietica si è disintegrata, disfacendosi, e tornando all'ucraina tutto è cambiato. 

il capitano che cerca di rientrare di più soldi possibile nella vendita del relitto in cui si sta trasformando la sua nave, non ha più luce negli occhi, nemmeno quando si cantano le canzoni tradizionali, perchè tutto ciò gli parla di quello che era prima e di quello che è ora, e gli parla anche dei compagni morti sull'odessa da quando è ancorata a napoli. 

"un pezzo di ferro, è un pezzo di ferro. gli uomini sono uomini. avremmo dovuto sputare su tutto e andarcene. dire addio all'odessa" capitano vladimir lobanov. 

 non c'è ritmo sulla nave odessa, tutta la tensione che si taglia col coltello, si sente vedendo gli uomini fare lavoretti per tenere la mente occupata, fumare e bere bibite perchè l'alcol manca. il ritmo di giornate tutte uguali si percepisce nel mostrarle tutte uguali, nel guardare negli occhi quegli uomini che non servono a nulla, nemmeno a loro stessi. nel mostrare a chi guarda che i grandi cambiamenti epocali, come appunto la caduta dell'URSS, fanno scattare tanti piccoli drammi infinitamente più importanti dell'effettivo fallimento di un modello filosofico e sociologico molto difficile da applicare. ecco il ritmo e la tensione finzionale di un'opera come questa

 

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