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Ed ora... sposiamoci!

Regia di Tay Garnett vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Ed ora... sposiamoci!

di Eliaabbondanza
7 stelle

Arguta e travolgente satira sugli studios hollywoodiani , sorretta da un dialogo spiritoso ad alta velocità e da una compagnia di interpreti carismatici e affiatati.

 

Arguta, travolgente, scanzonata, spregiudicata satira sugli studios hollywoodiani , energica, intelligente e sarcastica,  sorretta da un dialogo spiritoso ad alta velocità ( nella migliore tradizione della screwball commedy) e ricca di trovate ingegnose( di grande ilarità la lezione di danza sulle note di Strauss impartita a Leslie Howard , analista finanziario, in cui lui utilizza i suoi metodi prettamente matematici per imparare a ballare, con risultati sorprendenti), capace di offrire con verve tagliente una rappresentazione della "Fabbrica dei sogni" impietosa , incisiva e (nonostante la leggerezza dei toni) per niente idilliaca , irridendone, attraverso un fuoco di fila di battute( alcune da affissione) e ghiotte invenzioni umoristiche ( da antologia "Il film nel film",  grossolano melodramma dagli esiti catastrofici, ridicolo e caricaturale fino all'eccesso, e i tentativi del suo produttore di migliorarne, per quanto possibile, il risultato finale, rendendo tramite il montaggio uno scimpanzè , inizialmente "personaggio minore", il vero protagonista della pellicola, oscurando cosi' la figura della star, affascinante ma incapace ), tutti gli aspetti portanti, a partire dalla gente che ne prende parte, sbeffeggiata tramite il ricorso a uno stuolo gustoso di macchiette senza freni( messe in scena con un dinamismo e una vis comica ineccepibili): la divetta incompetente e capricciosa che può contare esclusivamente sul proprio aspetto esteriore , vanitosa, preoccupata solo che i  primi piani ne esaltino il profilo migliore, e totalmente, tragicamente inadatta alla professione attoriale; il regista presuntuoso ,narcisista, assiduo bevitore di Vodka( e truffaldino) che, dopo la riuscita di di un solo film si erge a pomposo e maniacale genio della Settima Arte, creando solo disastri cinematografici a catena , con la convinzione, però , di sfornare capolavori artistici; l'ex bambina prodigio caduta nel dimenticatoio che ha visto la sua carriera frantumarsi davanti agli occhi non appena cresciuta (essendo diventata inevitabilmente  poco credibile per cantare infantili e graziose  filastrocche  pubblicizzanti il cioccolato) e che, dopo essere stata una piccola grande star, deve accontentarsi del ruolo di controfigura ( di cui da' una ficcante definizione ); lo stuntman (in miseria) che si lamenta del basso rischio dell'acrobazia offertagli una volta constatato che la rottura di una ( o due) costole( causa di un ipotetico incidente lavorativo)gli varrebbe "l'alloggio" pagato ( con tanto di vivande)in ospedale; l'istrionico attore in fallimento che declama tutti i giorni il discorso di Gettysburg ( di Abramo Lincoln ) ai clienti della pensione in cui alloggia; il produttore irascibile e dedito all'alcool ( uno spassoso Humphrey Bogart alla sua prima incursione nel genere brillante) con cagnolino al seguito che, ubriaco e cacciato via da un locale, gira con un grosso cartello sul petto con su scritto " Questo bar non è degno di Quintan "( cosi' si chiama il produttore in questione)... Questa serie di personaggi ( tutti sbozzati alla perfezione)  va a formare un campionario stravagante di vizi, debolezze, stranezze e  piccole amoralità , un assortimento umano eccentrico e variopinto messo in scena con una tendenza al bozzetto caricaturale mai sguaiata o fine a se stessa, anzi, perfettamente funzionale all' intento dissacrante della pellicola :smascherare ( con allegria e spensieratezza) l'ipocrisia, l'avidità ,l'ingratitudine, la stramba follia e il groviglio di sotterfugi disonesti che si annidano all'interno di un ambiente, quello dell'industria cinematografica, in cui il giovane, onesto e integerrimo analista finanziario protagonista della vicenda, sembra un pesce fuor d'acqua! Inviato da un banchiere di Wall Street per cui lavora ( affarista senza scrupoli di cui tutti , dai colleghi ai parenti, hanno timore) a ispezionare gli studi della casa di produzione Colossal Pictures pur essendo completamente all'oscuro di ogni aspetto o termine cinematografico( " Chi è questa signorina Temple di cui sento parlare cosi' spesso?" chiede ad un incredula Joan Blondell, in anni in cui il nome della piccola e famosissima Shirley era sulla bocca di tutti!), candido ,ingenuo e all'oscuro di ogni forma di divertimento o svago che non siano i calcoli matematici ( sua unica passione e ragione di vita, con cui pensa di risolvere ogni problema:" Le scienze matematiche sono importanti per la vita come il pane e l'acqua; senza di esse non ci sarebbero la musica, la poesia , l'arte, il volo degli uccelli, il ritmo della danza, il guizzo del salmone: tutto è matematica!" afferma piu' di una volta ), l' incorruttibile finanziere appare come un agnello in mezzo a un branco di lupi, situazione da cui  però riesce a uscire vincitore. Infatti quest'esperienza gli varrà come vero e proprio percorso di formazione, durante il quale , grazie alle semplici ( ma efficaci) lezioni di vita della nuova segretaria ( e unica  amica) impara a utilizzare la sua intelligenza e il suo acume non solo a scopi lavorativi ma anche per rivoluzionare la propria misera esistenza ( fino ad ora noiosa e priva di emozioni), trovando (per la prima volta )l'amore e riuscendo ad evitare la rovina di un milione di operai , trasformandosi nel loro leader , anche a costo di rinunciare alla carriera, diventando cosi' un eroe! 
In definitiva: una commedia scaltra e ancora oggi godibile che merita una riscoperta, arricchita quà e là da bizzarri squarci surreali ( la foca e il pinguino , a cui viene dato il soprannome di Ammiraglio, ospiti della  pensione) , capace di trattare scherzosamente anche argomenti per nulla banali o faceti , come la crisi ( professionale e morale) in cui sprofondarono molte celebrità del muto con l'avvento del sonoro, o la smania di successo e notorietà a tutti i costi che spinge molte madri a sottoporre le figlie( ancora bambine) a continui provini, privandole della spensieratezza e della giocosità dell'infanzia per catapultarle ( troppo presto) in un mondo di adulti ( peraltro non sempre raccomandabili). Queste tematiche non solo costituiscono un ulteriore valore aggiunto alla pellicola , ma riescono anche a non intaccare mai il divertimento da lei garbatamente offerto: si ride molto, anche grazie al carisma di una compagnia di interpreti molto affiatata, in cui spicca una maliziosa, scatenata e pungente Joan Blondell, attrice ingiustamente poco ricordata e dotata di un inossidabile sessapiglio la cui presenza offre una ragione in piu' per recuperare la visione di " Ed ora sposiamoci"! 
voto: 7,5
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