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Howling IV: The Original Nightmare

Regia di John Hough vedi scheda film

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La recensione su Howling IV: The Original Nightmare

di scapigliato
4 stelle

Non c’è più Philippe Mora al timone dei sequel danteschi, e si vede. A differenza dei due sequel precedenti il film di John Hough riprende il canovaccio di Joe Dante e firma una pellicola senza personalità, come invece avevano quelle di Philippe Mora. In breve: abbiamo una donna, una scrittrice, che ha delle visioni che la mandano in terapia. Le viene consigliato di ritirarsi con il marito in mezzo alla natura per rimettersi a posto. Nel villaggio di cui la loro casetta fa parte aleggia qualcosa di strano. Vecchie leggende, ululati notturni e sparizione improvvisa di due turisti, portano la protagonista cercare la verità grazie anche al suo lavoro di scrittrice che le impone una certa fantasia. Mentre indaga, le sue visioni continuano. La suora che le si presenta regolarmente è poi, ovviamente, la chiave del mistero. Nel frattempo il di lei marito se la spassa con una donna single del posto, carica di libidine, a cui non si può resistere. Abbiamo così una copia carbone del film di Joe Dante, che giustifica quindi anche il titolo di “the original nightmare”. Se in Dante avevamo una giornalista, qui abbiamo una scrittrice. Se in Dante la protagonista aveva bisogno di assoluto riposo, qui anche. Se per guarire veniva portata in una comunità campestre immersa nella natura, qui anche. Se in Dante il marito della protagonista veniva attratto dalla “sacerdotessa” degli uomini lupo per consumare la libidine animalesca, qui anche. Unica differenza: mentre in Dante il marito avverte un vero e proprio richiamo della foresta, anche dovuto al graffio inflittogli proprio da chi poi lo richiama, in questo quarto capitolo il marito si lascia andare a pratiche extraconiugali dopo una bella sbronza, inserita quasi come inutile spiegazione per il pubblico. E qui si nota la grandezza di un autore rispetto ad un professional su commissione.
Nonostante qualche scena azzeccata, il lavoro orrorifico di John Hough è mediocre, a tratti puerile. Nel ricalco sistematico del film originale, di cui poi viene ripreso anche il motivo della trasformazione lupesca di tutti gli abitanti del villaggio, si perde sia l’originalità del racconto dantesco sia l’interesse per il nuovo film. Abbiamo un finale non parco di azione, è vero, il cui climax è lo scioglimento del marito della protagonista che risorge uomo lupo dal suo stesso liquefame. Questa effettivamente è una novità degna di nota perchè ipotizza una nuova modalità di trasformazione: l’uomo contagiato si scioglie e dalla sua poltiglia rinasce licantropo. Ma nonostante questo il film resta inutile nel panorama licantropico.

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