Regia di Anthony Mann vedi scheda film
Ero tentato a dargli cinque stellette, perché a un film di questo tipo non si può chiedere di più: ottima regia, attori tutti bravi, ritmo velocissimo, buoni dialoghi, una sceneggiatura che non fa una piega. Il tutto concentrato in poco più di un'ora. In generale si nota il mestiere di Anthony Mann, regista destinato ad affermarsi come uni dei migliori della Hollywood che fu.
Si può parlare di commistione di generi tra noir e commedia; prevale forse il primo, ma il film si chiude con una bella risata degna della tipica commedia di quegli anni.
Quanto ai personaggi e all'ambientazione faccio notare i numerosi stacchi che vedono il cronista parlare col direttore del suo giornale: è un riuscito spaccato della voracità e del cinismo della stampa di quegli anni (oggi trasferitisi in buona parte nella televisione). Il tono di questi passi è umoristico o di commedia, ma la sostanza che sta sotto è abbastanza amara. Interessanti ho trovato anche gli accenni alla smania di successo e denaro che divora commediografi e impresari teatrali (ma evidentemente non solo teatrali).
Anche la fotografia è da apprezzare, specie nella sequenza dove il protagonista comincia a recuperare la memoria.
E' un piccolo grande film, che ricorda abbastanza da vicino "Il bandito senza nome", ottima pellicola di Joseph Mankievicz.
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