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A Chinese Odyssey Part Two - Cinderella

Regia di Jeffrey Lau vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su A Chinese Odyssey Part Two - Cinderella

di AndreaVenuti
9 stelle

A Cinese Odyssey Part Two - Cindarella è un film di Hong Kong del 1995 diretto da Jeffrey Lau ed interpretato da Stephen Chow. 

 

Sinossi: Joker (reincarnazione della divinità Monkey King) attraverso una strana scatola magica riesce a tornare indietro nel tempo con l’obiettivo di salvare la sua amata Jing jing tuttavia qualcosa va storto e torna indietro di 500 anni. 

Il protagonista si ritrova in un passato a se sconosciuto dove incontra la divinità Ching-ho, la quale lo deruba del suo dispositivo magico e per questo motivo il nostro “eroe” decide di seguirla sperando di riappropriarsi dell’oggetto ma ovviamente non sarà semplice…

 

Siamo nel 1995 e l’eclettico Jeffrey Lau in compagnia del suo pupillo Stephen Chow decidono di realizzare A Chinese Odyssey, probabilmente l’opera più ambiziosa e complessa della storia del cinema di Hong Kong portando sullo schermo il celeberrimo romanzo Viaggio in Occidente ma con uno spirito fortemente iconoclasta e anticonvenzionale.

Il progetto viene subito suddiviso in due parti, distribuite separatamente al cinema a breve distanza l’uno dall’altro; il primo -Part One Pandora's Box - esce nelle sale locali il 21 Gennaio del 1995 mentre il secondo -Part Two Cindarella- il 4° del mese successivo.

Stephen Chow

The Mermaid (2016): Stephen Chow

Il film ripropone, come già visto nel primo capitolo, un incipit evocativo ed elegante tale da richiamare Ashes Of Time dell’amico Wong Kar-wai; dunque non sorprendetevi nell’assistere a strabilianti campi lunghi con lenti movimenti selettivi che scrutano un paesaggio estremamente esotico dal letto di un fiume ad un esteso deserto popolato solo da una misteriosa ragazza posizionata ai lati dell’inquadratura, il tutto sottolineato da una musica soave. 

Inizio volutamente doppiogiochista in quanto fin dalla sequenza successiva si cambia drasticamente registro iniziando un susseguirsi continuo di situazioni folli, difficili da inquadrare che totalmente rispecchiano lo spirito anarchico del regista.

 

A tal proposito la sequenza successiva è dedicata ad un combattimento ad armi bianchi abbastanza multiforme. Inizialmente ricorda quasi un certo stile alla Tsui Hark dalle trasformazioni improvvise ad effetti speciali artigianali di qualità fino un uso ragionato ed enfatico del wirework, mixando questo riuscito calderone ad elementi a lui distanti rappresentati ad esempio dalla comicità no-sense più vicina invece a Jeffrey Lau e Stephen Chow. 

 

L’autore punta molto sull’elemento comico, inserito in un contesto più stratificato del previsto, cercando continuamente strade altamente originali ed una delle tante è costituita dal cosiddetto “gioco delle ripetizioni”, ossia il proporre ripetutamente una certa situazione 

-Joker prova ad entrare nella grotta delle ragnatele- generando delle micro azioni esilaranti sempre diverse ma con esiti finali uguali che consistono nel fallimento del protagonista (non riuscire ad entrare).

 

Interessante anche sottolineare l’evoluzione di una singola sequenza pronta a deflagrare improvvisamente in qualcosa di nuovo: una scena romantica si trasforma in un attimo in un siparietto comico politicamente scorretto e pieno di allusioni sessuali. 

In aggiunta Jeffrey Lau è noto per essere un regista che ama inserire letteralmente di tutto pertanto non mancherà un momento canoro dove troveremo una cover parodistica di Only You (celebre singolo del 1955 dei The Platters).

 

Continuando ad esaminare la struttura dell’opera è importante evidenziare il modo con cui si ricollega alla prima parte del film. Il regista si serve sia dei classici flashback raccontati dal protagonista e allo stesso tempo lo stesso protagonista mette in scena una sorta di farsa teatrale no-sense  scorretta ed irrisoria, rievocando alcuni tratti salienti del primo capitolo.

Nella parte finale il film invece si apre a nuovi scenari presentando una serie di motivi sensibili concentrati intorno al macro tema dell’amore senza però snaturare la struttura del film ed infatti il pre-finale espone una grandiosa scena action distinta da una regia eccelsa dove merita attenzione una particolare tecnica che richiama il famoso “replay” alla Jackie Chan di Police Story (proposto pure da John Woo in A Better Tomorrow II): riprendere la stessa scena da diverse angolazioni differenti.

 

Cult movie imperdibile.

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