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Il popolo degli uccelli

Regia di Rocco Cesareo vedi scheda film

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La recensione su Il popolo degli uccelli

di mm40
3 stelle

Antonio ha una settantina d’anni e vive in casa con figlio, nuora e nipotino. L’unico con cui ha un rapporto sereno è quest’ultimo, mentre il figlio e la nuora lo vedono come una presenza di troppo. In seguito a un malore, da cui si ristabilisce, Antonio decide di andarsene. E di portare con sé il nipotino.

A sei anni di distanza da Le vigne di Meylan (1993), questa è la seconda regia di Rocco Cesareo, con un budget leggermente più ampio, ma sempre in autoproduzione – Silva Film – e con la fondamentale collaborazione della compagna Maria Silvana Cutuli (costumista e soggettista); Cesareo scrive anche la sceneggiatura con l’aiuto dell’esperto Ottavio Iemma (o Jemma che dir si voglia). Il popolo degli uccelli è una storiella, destinata al più vasto pubblico, sulla terza età e in particolare sulla difficoltà da parte degli anziani, specie se ancora in buona salute, ad accettare il loro ruolo di secondo piano nella società e all’interno della famiglia; l’unico vero e proprio ‘effetto speciale’ della situazione è la presenza di Lando Buzzanca come protagonista. Accanto all’attore siciliano, reinventatosi a una certa età interprete di fiction televisive e altre pellicole innocue come questa, non compaiono nomi di particolare rilevanza; Cinzia Monreale, Riccardo Serventi Longhi, Aldo Massasso e il piccolo Niccolò Francisci – la cui carriera da attore non avrà molti altri sbocchi – ricoprono i ruoli principali. Da segnalare anche la colonna sonora curata da Nek, in quel momento l’ultimo fenomeno della musica leggera nostrana, e David Sabiu. Visione nel complesso poco impegnativa, ma anche poco incisiva. 3/10.

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