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The Princess Blade

Regia di Shinsuke Sato vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su The Princess Blade

di AndreaVenuti
7 stelle

The Princess Blade è un film giapponese del 2001, scritto e diretto da Shinsuke Sato. L'opera è tratta dal manga Lady Snowblod di Kazuo Kamimura e Kazuo Koiike.

Attualmente è visibile su Amazon Prime Video.

 

Sinossi: In un futuro prossimo il Giappone è martoriato sia da una gravissima crisi ambientale che ha reso il territorio quasi inospitale all’uomo sia da profondi mutamenti politici: è caduta la monarchia parlamentare. In questo nuovo scenario governato da instabilità e degrado si sono formate diverse fazioni di guerrieri fra cui il temibilissimo clan Takemikazuchi che proverà ad uccidere la principessa Yuki (Yumiko Shaku), ultima erede del clan…

locandina

The Princess Blade (2001): locandina

The Princess Blade è un film alquanto particolare in grado di esplorare situazioni e tematiche inedite ed audaci, mantenendo sempre al centro della scena un forte impianto action estremamente valido. 

Nonostante poi sia prodotto da un piccolo studio come Oz Production, il produttore Takashige Ichise riesce ugualmente a coinvolgere tre talenti cristallini dal background completamente opposto.

 

Partiamo dal regista Shinsuke Sato, al suo esordio dietro la macchina da presa; Sato ha già le idee chiare ed infatti in breve tempo riesce ad imporsi senza troppe difficoltà all’interno dello star-system meritandosi l’appellativo di “maestro” in riferimento all’adattamento cinematografico di celebri manga (cito il bellissimo I Am a Hero oppure il recente Bleach).

Il secondo nome è Shinji Higuchi, uno dei massimi esperti giapponesi sul campo degli effetti speciali nonché regista di talento (la co-regia con Hideaki Anno di Shin Godzilla) ed infine il leggendario compositore Kenji Kawai.

 

The Princess Blade dispone di un’ambientazione suggestiva; inizialmente una voce fuori campo ci avverte di come piogge acide ed inquinamento altamente nocivo siano state una delle cause che ha portato il Giappone ad isolarsi dal resto del mondo, entrando in una sorta di era apocalittica smantellando gradualmente il suo patrimonio tecnologico al punto che un vecchio computer anni Novanta diventi una risorsa rarissima ed ambita da nascondere nel seminterrato di casa propria.

Contemporaneamente però si sta formando un nuovo governo che ha l’obiettivo di ricostruire pian piano e dalle fondamenta la nazione, e tal proposito il regista con il sapiente aiuto Shinji Higuchi mettono in scena una sorta di nuova città del futuro. Uno dei coprotagonisti la sta attraversando in piena di notte su di un auto e noi scorgiamo fugacemente la città tramite evocative carrellate laterali che ci mostrano una nascente megalopoli in salsa cyberpunk estremamente dark.

Ultimo ma non ultimo uno scenario naturale e realistico, situato essenzialmente in mezzo alla foresta dove si verificano praticamente quasi tutti gli scontri del film. 

 

L’azione soprattutto nella prima parte dell’opera la fa da padrone ed emerge il talento del regista. 

Shinsuke Sato opta per un approccio in parte patinato (uso abbondante del rallenty) con una fotografia virata sul blu-opaco: detto questo i combattimenti sono pur sempre ben coreografati e distini da guizzi registici degni di nota. 

Addentrandoci nei particolari, suggestiva ad esempio l’inquadratura a piombo seguita da un movimento selettivoche stringe sul corpo senza vita di una ragazza appena uccisa dalla protagonista. Validi anche i vari inseguimenti (a piedi) fra cui si segnala un  breve long take (vari membri del clan Takemikazuchi stanno inseguendo la protagonista per ucciderla) con la macchina da presa ad altezza tatami, posizionata in un campo erboso -in piena notte- in mezzo alla foresta.

Shinsuke Sato con coraggio accenna altresì ad una tematica scottante presentandoci un gruppo terroristico, il cui scopo è rovesciare il governo con la forza. Il terrorismo in Giappone è un argomento quasi off-limits visto i tragici risvolti che ha dovuto affrontare (dall’Armata Rossa Giapponese alla setta religiosa Aum Shinrikyo) tuttavia è stato in più occasioni affrontato, in special mondo nel campo dell’animazione (Patlabor 2 The Movie di Mamoru Oshii o Terror in Resonance di Shinichiro Watanabe). Ritornando al film probabilmente la questione meritava ancora maggiore risalto ma visto il budget esiguo e la complessità del problema si è preferito puntare su altri lidi. Infine notevoli le lunghe sequenze di dialogo (verso fine film) caratterizzate da un tono triste e nichilista dove insorge un passato drammatico segnato da angherie e soprusi.

 

Certamente non mancano le critiche; si avverte una sensazione di incompletezza, la carne sul fuoco era davvero molta, inoltre anche il soggetto generale è fin troppo esiguo e ciò che risulta davvero interessante sfortunatamente è messo ai margini della pellicola (città cyberpunk ed il gruppo terroristico) ciò nonostante il film è assolutamente godibile e le note positive surclassano senza ombra di dubbio quelle negative.

 

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