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Eccomi qua

Regia di Giacomo Ciarrapico vedi scheda film

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La recensione su Eccomi qua

di speedy34
4 stelle

Dopo tanto giovane e felice cinema italiano di questa stagione in corso (come il film di Carlo Luglio "Capo Nord", il discutibile ma appassionato, sincero e colorato "Poco più di un anno fa" di Marco Filiberti o il crudo, realistico ed emozionante "Pater familias" di Francesco Patierno) "Eccomi qua", opera seconda del regista Giacomo Ciarrapico (il debutto nel 98 con "Piccole Anime") , ci riporta "brutalmente" ad una modalità e tipologia di cinema italiano che sinceramente credevamo oramai decaduti. Storia minimalista, regia approssimativa, fotografia piatta, "cucina e due stanze" per un film che ama parlarsi addosso sulla falsariga di un "morettismo" d’annata che fa tanto "bella epoque" (in riferimento agli anni Ottanta forieri di oramai dimenticati ed inutili esordi cinematografici e non). "Eccomi qua" racconta la storia di Matteo (lavori saltuari, amici al bar, agenzie ippiche, continui problemi di soldi e di identità...) fidanzato con Stefania: rimasta incinta, decidono di non tenere il bambino e si lasciano. Tre anni dopo, Matteo, casualmente, scopre che Stefania non aveva abortito e che lui è padre di un bel bimbo: Davide. Proverà invano a fare il papà scoprendo amaramente come i figli siano "non di chi li fa ma di chi li vuole" così ritornando alla sua allegra e più spensierata vita di eterno Peter Pan. Alcune situazioni divertenti (le scene del pedinamento del piccolo Davide ed i tentativi maldestri di Matteo di adescare i compagni d’asilo del figlio per avere sue notizie!), l’inevitabile ingenuità e tenerezza di una regia partecipe ed il volto pulito e sincero di Andrea Sartoretti (Matteo) non sono d’aiuto però a salvare "l’operina" da una sensazione di deja vu confermando l’assoluta ed urgente necessità per il nostro mercato cinematografico (è fondamentale non disperdere il ritrovato affetto del pubblico italiano per le nostre pellicole!) di coltivare meno autori presuntuosi e maggiormente registi sinceri e con l’insostenibile desiderio di raccontare belle storie.

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