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La sicurezza degli oggetti

Regia di Rose Troche vedi scheda film

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La recensione su La sicurezza degli oggetti

di jonas
8 stelle

Quattro nuclei familiari nel solito ovattato quartiere suburbano, dove i drammi restano nascosti fra le mura di casa ma ci si spia attraverso le finestre. Casa Gold: la madre si dedica interamente al figlio, entrato in coma dopo un incidente d’auto, e trascura marito e figlia. Casa Train: un brillante avvocato manda al diavolo la carriera, cerca di reinventarsi una nuova vita ma si rende conto di non esserne capace; intanto il figlioletto si invaghisce follemente di una bambola. Casa Jennings: una donna deve gestire una difficile separazione e prendersi cura delle sue bambine. Casa Christianson: una coppia apparentemente affiatata attraversa la crisi di mezza età, e lei non sdegna di fare sesso con uno sconosciuto. Poi c’è il giardiniere, un single che rappresenta un’autentica mina vagante. Il filo narrativo è interrotto da brevi flashback, che alla fine si ricompongono e rivelano retroscena imprevisti. Ogni tanto Hollywood sa tirare fuori storie corali così, che con intelligente minimalismo mostrano i malesseri esistenziali di una società fondata su basi fragilissime: sembra, se non proprio Altman, almeno un Solondz meno estremo o la Jill Sprecher di Tredici variazioni sul tema. Straziante Glenn Close, nella sua tenacia e nella sua debolezza; ma mi identifico con il personaggio di Dermot Mulroney, che si è sempre annullato nel lavoro e all’improvviso scopre la sua inadeguatezza al ruolo di marito e padre.

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