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The Moon

Regia di Yong-hwa Kim vedi scheda film

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La recensione su The Moon

di Gangs 87
6 stelle

In un futuro piuttosto prossimo, la Corea prova a conquistare il suolo lunare ma un tragico incidente causa l’esplosione della navicella e la morte di tutto l’equipaggio. Cinque anni dopo, un secondo volo spaziale viene lanciato con successo, ma si torna a sfiorare il disastro quando un forte vento solare causa il malfunzionamento degli strumenti di bordo, mettendo a repentaglio non solo la missione ma anche la vita degli astronauti. Il giovane Sun-woo, unico sopravvissuto dell’equipaggio, rimane bloccato nello spazio.

 

Per provare a capire al meglio l’ultima pellicola scritta e diretta da Kim Yong-hwa bisogna analizzarla a compartimenti stagni, dividendo gli elementi che la compongono in attributi positivi e negativi, che finisco per influire sulla buona riuscita, o meno, della pellicola.

L’idea iniziale di presentare il film come un documentario introduttivo, sulla missione spaziale fallita prima e su quella da svolgersi poi, riassume una narrazione necessaria che, se raccontata nella sua totalità poteva diventare zavorrante ma che invece, raccolta in un racconto moderato, diventa appendice piacevole e coinvolgente.

 

Così come alcune inquadrature che mettono in evidenza taluni particolari o piuttosto esaltano la grandezza e la bellezza dello spazio immenso, grazie anche all’utilizzo di una fotografia nitida e decisa, diventano il fiore all’occhiello di una pellicola che funziona a tratti.

 

L’estremizzazione della tragicità degli eventi che coinvolgono il protagonista e la missione che è stato mandato a svolgere, unita all’interpretazione esagerata, quasi caricaturale che alcuni personaggi mettono in scena (il segretario di stato su tutti), per quanto insita nella cultura orientale la necessità costante di sdrammatizzare, in questa circostanza diventa fuori luogo e alquanto disturbante per il suo reiterarsi sempre nelle stesse figure.

 

Anche l’utilizzo della colonna sonora, colma di basi musicali sdolcinate, volte ad enfatizzare la drammaticità della scena, con l’evidente intenzione di scatenare una lacrimante emozione, viene abusata. Si ottiene così l’effetto contrario: il coinvolgimento dello spettatore viene spezzato con l’intromissione di una musica non sempre congrua a ciò che intende sottolineare.

 

Nota di merito alla linearità del racconto. Nonostante spesso, come sopra esplicato, si perde nei meandri di una drammaticità esacerbata dal confluire di elementi e situazioni forzatamente intensi, il modo in cui il racconto è svolto tende a creare una situazione di attenzione costante capace di non annoiare mai.

 

E’ indubbio che a più riprese risulta evidente l’influenza di registi e pellicole che prima di Yong-hwa hanno rappresentato lo spazio e le sue insidie ma nessuna scena risulta mai volutamente simile o copiata da qualcun'altra, il che rende The Moon un film con una sua distinguibile personalità.

 

Provando a considerarla nel suo insieme, senza soffermarsi troppo sui singoli elementi che la compongono, la pellicola di Kim Yong-hwa riesce a trasmettere l’esperienza alienante di Sun-woo con realismo e partecipazione seppur incapace di creare un’ambientazione suggestiva a tal punto da riuscire a provocare un coinvolgimento anche emotivo in coloro che guardano.

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