Regia di Maccio Capatonda, Danilo Carlani, Alessio Dogana vedi scheda film
Ennio Storto è dipendente dalla tecnologia. In tutti i sensi. Vive solo utilizzando in modo abusante ogni tipo di dispositivo tecnologico e lavora in un negozio che li ripara, insieme al fratello. Quando un incidente lo catapulta in mondo alternativo in cui l’evoluzione della tecnologia si è fermata agli anni ’90, sarà una vera a propria sfida abituarsi ad un nuovo modo di vivere.
Maccio Capatonda ci riprova. Ci riprova a creare un monito, una denuncia verso il mondo in cui viviamo. Lo aveva già fatto, attraverso altri canali, nelle pellicole precedenti e qui si ripete pur raccontando un tema che non aveva finora mai trattato.
L’idea è indubbiamente interessante e anche il modo in cui Maccio decide di raccontarla anche se, da un certo momento in poi, prende la strada della noia. Se inizialmente il confronto tra la vita tecnologica e apparentemente appagante che vive Ennio, e quella che conduce nella realtà parallela priva di ogni aggeggio tecnologico fa sorridere e, almeno in parte, riflettere, quando il film vira sull’aspetto sentimentale e “rivoluzionario” perdendo così lo smalto che inizialmente possedeva.
Una commedia satirica dal sapore amaro che intrattiene per gran parte della sua durata ma che poi soffre dell’impegno che contiene il messaggio che intrinsecamente intende mandare.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta