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Orson Welles at Large: Portrait of Gina

Regia di Orson Welles vedi scheda film

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La recensione su Orson Welles at Large: Portrait of Gina

di alan smithee
7 stelle

locandina

Orson Welles at Large: Portrait of Gina (1958): locandina

FESTIVAL DI VENEZIA 80 - PREAPERTURA

Nel giorno 0 della Mostra del Cinema di Venezia numero 80, la consueta pre-apertura viene doverosamente dedicata alla grandissima Gina Lollobrigida, scomparsa nel gennaio scorso, e della quale, ahimè, la stampa ha più parlato in relazione alle complicate vicende testamentarie, degne di una soap, piuttosto che in relazione al valore artistico di questa nostra fondamentale interprete, una tra le poche famosa all'estero non meno che in patria.

Il primo dei due lavori con cui la Mostra intende celebrare questa star di prima grandezza, è un singolare lavoro, quasi totalmente inedito e per diverso tempo anche creduto smarrito.

Si tratta di "Portait of Gina", il primo ed unico episodio di una serie di documentari che il grande regista Orson Welles avrebbe dovuto realizzare in luoghi disparati dallo stesso amati, e volto a celebrare la singolarità e la bellezza di una particolare località scelta dal cineasta.

Un progetto concepito per la TV, che tuttavia, come spesso purtroppo accadde troppe volte nella travagliata opera anticipatrice e rivoluzionaria di Welles, non venne compreso e risultò rifiutato da ogni emittente, non lasciando spazio a ulteriori puntate successive.

La prima ed unica puntata, dedicata già dal titolo alla celebre diva italiana Gina Lollobrigida, in realtà è lo spunto che Welles utilizza per introdurci particolari e caratteristiche uniche dell'Italia, lungo un viaggio ideato e concepito dal regista secondo il proprio gusto e la propria concezione mentale ed organizzativa.

Un viaggio che parte da lontano, dalla bellezza delle donne italiche al divismo tutto singolare che caratterizza certi illustri nomi italiani, da Eleonora Duse a Caruso, divi internazionali che in patria hanno talvolta faticato ad imporsi.

Rossano Brazzi è un altro tra questi che ha conosciuto più fama all'estero che nel paese natio.

Con ironia e un ritmo spumeggiante, il sornione regista intervista Vittorio De Sica e consorte, ed arriva finalmente in casa di Gina, accolto con calore e disincanto da una diva che, finalmente, si concede ed apre al suo brillante intervistatore, divenendo finalmente regina incontrastata della scena, in una inedita, tenerissima intervista che evidenzia un lato originale e genuino della grande diva.

Welles ostenta una visione adorante ma anche tipica di un maschio dominante nei confronti di una donna inevitabilmente oggetto, considerata al più come un oggetto prezioso e pertanto venerabile.

Detto ciò il documentario si rivela originale ed interessante per come il regista scelga di mascherare il suo lavoro di documentazione spacciandolo per un ritratto monografico, ed è altrettanto comprensibile che la diva italiana lo abbia trovato fuorviante ed insopportabile.

Non meno comprensibile appare ora il diniego che il vulcanico gran regista ottenne per questo suo episodio pilota da parte di tutta la TV, rendendo il prodotto un episodio isolato che rischiò pure di andar perduto, mai visto da alcuno prima del 1986, dopo la morte dello stesso regista, grazie al fortunoso ritrovamento dell'unica copia rimasta, recentemente restaurata e tornata al scintillante stato originario.

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