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Assassinio al cimitero etrusco

Regia di Christian Plummer (Sergio Martino) vedi scheda film

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La recensione su Assassinio al cimitero etrusco

di giurista81
4 stelle

“Assassinio al cimitero etrusco” non è sicuramente una delle opere meglio riuscite del valido regista di genere Sergio Martino (che qui si firma con uno dei suoi tanti pseudonimi). Siamo al cospetto di un thriller caratterizzato da una sceneggiatura (voto: 4.5) mostruosamente confusionaria scritta a 6 mani che lascia il sospetto che gli sceneggiatori non si siano trovati d’accordo e abbiano deciso di fare un bel “frullatone” delle loro idee. Infatti, il film prende tre pieghe ben distinte che poi si confondono tra di loro: la pista orrorifica, con la protagonista che scopre di possedere doti medianiche, la pista “gialla”, con un assassino che uccide x trovare un misterioso tesoro antico e la pista “poliziesca”, con un manipolo di delinquenti che si uccidono tra loro x entrare in possesso di una cassa piena di droga.
Inverosimile il Modus operandi del killer, banalissimo il colpo di scena finale che sa + di presa di giro dello spettatore (ma come aveva fatto il killer a non rendersene conto prima? Sto sul vago x nn rivelarvi troppo)
Pessimo il livello delle interpretazioni (voto: 4) con una Elvire Audray che nel ruolo della protagonista naufraga nella mediocrità + assoluta. A salvare parzialmente dalla disfatta ci pensano il sempre ottimo Fabio Frizzi (voto: 8), con la sua inquietante colonna sonora, e le scenografie (voto: 7.5) (buona parte del film si svolge in un sepolcro etrusco in mezzo a statue antiche, topi, ragnatele e pipistrelli il tutto coperto dalla nebbia di un gas proveniente dal sottosuolo) che si rivelano molto suggestive e adatte ad un film horror. Incomprensibile la scelta di non ricorrere al gore, nonostante nel casto tecnico ci sia un certo Stivaletti, che sicuramente avrebbe contribuito a mascherare parte dei difetti sopra menzionati. La regia è sufficiente (voto: 6.5-) e in qualche frangente Martino riesce, anche, grazie alla colonna sonora, a creare un po’ di tensione (belle le sequenze in cui la protagonista in preda al panico scappa passando tra gli stretti pertugi della grotta. Ben girate anche le scene in cui lo spacciatore di droga cerca vanamente l’eroina tra le varie casse).
Il finale è in puro stile trash involontario.
Per concludere ci troviamo di fronte ad un thriller poco riuscito che non raggiunge la sufficienza, ma che presenta cmq qualche lato positivo che evita di farlo classificare come pessimo. Voto: 5+

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