Regia di Robert Altman vedi scheda film
Un film profondamente sarcastico, questo Buffalo Bill e gli indiani, che Altman costruisce opponendo la figura del cowboy yankee affarista spudorato (e perdente morale) a quella dell'indiano taciturno, ridotto in miseria, privato di tutto tranne che della dignità e sostanzialmente molto più saggio del rivale (e pertanto vincitore morale). Il soggetto proviene da una commedia di Arthur L. Kopit, rimaneggiata a fondo in fase di sceneggiatura; quest'ultima è firmata dallo stesso regista e da Alan Rudolph, in quegli anni ai suoi esordi nel cinema anche come regista (fra le sue future opere di una certa fama, Afterglow e La colazione dei campioni). La distruzione di un mito tutto americano come è quello di Buffalo Bill non avviene però in maniera secca, violenta o addirittura con rabbia: anzi, la storia procede sui leggeri binari della commedia con un intento dissacrante in realtà molto sottile. Cast ben fornito di stelle, con Geraldine Chaplin, Harvey Keitel, Burt Lancaster e Paul Newman in prima linea; e c'è anche Will Sampson, Grande capo in Qualcuno volò sul nido del cuculo, girato da Milos Forman l'anno precedente. Belle le musiche (dalle atmosfere giustamente circensi) di Richard Baskin, a Berlino arriverà l'Orso d'oro (1976). 6/10.
Per il suo circo itinerante, Buffalo Bill convince a esibirsi Toro Seduto, grande capo indiano ridotto in miseria e confinato in una riserva con la sua gente. Ma il rapporto fra i due è difficilissimo.
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