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Crimes of the Future

Regia di David Cronenberg vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Crimes of the Future

di logos
7 stelle

Cronenberg in questo film ha certo un disegno ambizioso che riprende "Inseparabili", "Il pasto nudo", "ExistenZ", oltre che ai precedenti, nel tentativo di continuare il suo discorso sulle metamorfosi tra la carne e la macchina come forma ambivalente di potere e trasgressione.

Peter Weller

Il pasto nudo (1992): Peter Weller

 

Ora cerca di fare un passo in avanti: vedere il perché questa commistione di metamorfosi si incardina nella nuova sessualità chirurgica come estetica del potere. I riferimennti sono chiaramete, per me, a Foucault e Deleuze. 

Viggo Mortensen

Crimes of the Future (2022): Viggo Mortensen

 

Una biopolitica terrificante, più che mai attualissima. Questa estetica del potere performativa degli organi in cui si inscrive la nuova sessualità è chiaramete autorefenziale, mantenendo un codice schizzofrenico in cui i tagli e i luogi di fuga del corpo senza organi dell'Antiedipo sono perfettamente in linea con la società del controllo. Le macchine miracolanti sono ormai un ostacola al piano di immanenza.

scena

Crimes of the Future (2022): scena

Qui è secondo me lo scatto di genio che produce questo fillm. Contro queste macchine miracolanti che orami sono assimilate dal potere, il 68 e gli anni 70 sono passati da un pezzo, chiunque voglia utilizzare le metamorfosi come nuova evoluzione della specie è tacciato di terrorista paranoide e viene ucciso.

 

Persino il protagonista, grande esteta del potere chirurgico di estrapolazione degli organi, a un certo punto sembra accorgersi che le sue creazioni organiche devono essere poste al serivizio della ribellione mutante. Riuscirà nell'intento? La scelta è incredibilmente etica là dove l'etica non potrebbe e non dovrebbe più aver senso, e già per solo questo fatto è già nella scelta (Kierkegaard). Il vero crimine è morire nella scelta stando intrappolato tra le due possibilità che come tali rimangono sospese in una voluta e incerta scena finale. 

 

I risultati sono notevoli per i rimandi alle opere precedenti, si può dire quasi che quest'opera ne sia il manifesto più intimo e profondo, ma proprio per questo i risultati sperati riescono fino a un certo puntoo. Trattandosi di un'opera davvero densa e cumulativa delle altre, essa si ritrova in uno stato ancora grezzo e da rifinire. Ma forse è proprio così che dovrebbe essere, per iniziatici che possono decifrarne il senso adando a ritroso nelle altre opere? Qualunque siano le variabili che non conosco, personalmente avrei apprezzato ancora di più se il film avesse sciolto il denso concettuale, magari allungadolo di quache ora in più. Resta comunque un grande film-testamento.

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